Il film Togo – Una grande amicizia, disponibile sulla piattaforma Disney+, mette in scena l’incredibile storia vera del cane da slitta che nel 1925 riuscì ad impedire la diffusione della difterite in una piccola cittadina dell’Alaska, rifornendo i suoi abitanti del vaccino necessario per combattere la malattia.
Il nuovo film Togo – Una grande amicizia, diretto da Ericson Core con Willem Dafoe nel ruolo di Leonhard Seppala, esperto addestratore di cani da slitta e musher, è ispirato ad una straordinaria storia vera avvenuta in Alaska nel 1925.
Il 20 gennaio del 1925 viene lanciato via radio un grido disperato d’aiuto: “Nome che chiama È scoppiata la difterite. Non abbiamo serio. Abbiamo bisogno d’aiuto!”. Alla chiamata di soccorso rispose l’Ospedale di Anchorage, nei cui depositi erano conservati ben 300.000 unità di siero. Questo siero, confezionato in un pacco di quasi dieci chili, doveva quindi giungere in treno fino a Nenana, ultima stazione ferroviaria dell’Alaska. A quel punto, però, dovevano essere percorsi altre 600 miglia (circa mille chilometri) per raggiungere la città di Nome, all’estremità meridionale della nazione. Scartata l’idea di utilizzare il mezzo aereo a causa delle tormente e delle condizioni atmosferiche proibitive, si decise di fare affidamento sui musher e sui loro fidi cani da slitta, a cui fu affidato il compito di trasportare il siero.
La piccola cittadina di Nome fu colta impreparata dall’arrivo della difterite. Un medico locale del luogo, il Dottor Curtis Welch, diagnosticò agli inizi di gennaio una acuta infiammazione alle tonsille in alcuni bambini. Nulla di preoccupante, si pensava. Una tonsillite guaribile in pochi giorni e con qualche sciroppo. Ma ben presto il medico si accorse che qualcosa non andava: i piccoli malati, infatti, cominciarono a morire ed aumentavano esponenzialmente il numero di quelli che si ammalavano. Fu così organizzata una staffetta che vide coinvolte venti mute di cani da slitta. I conduttori dei cani erano semplici postini, corrieri, taglialegna. Gente comune, quindi, che si ritrovò da un giorno all’altro a dover compiere una impresa eroica, affrontando crepacci, lastre di ghiaccio instabili, tempeste e bufere di neve, temperature di molti gradi sotto lo zero, che in certi casi raggiungevano i -50°, con punte di -70° C. Quell’incredibile avvenimento è oggi conosciuto come La corsa del siero. La corsa che doveva riportare la speranza e la vita a Nome e che ebbe inizio tra il 27 e il 28 gennaio 1925, quando Wild Bill Shannon percorse la prima tappa, da Nenana a Tolovana: 83 km in quasi undici ore.
Di quella staffetta per anni si celebrò solo il cane Balto (a cui fu dedicato anche un cartone animato nel 1995 e per il quale fu eretta una statua nel cuore di Central Park). Ma oggi il nuovo film della Disney vuole mettere in luce anche un altro eroe di quella impresa: Togo. Fu lui infatti ad affrontare alcuni dei passaggi più difficolosi di quel percorso. Il cane, con ben dodici anni sulle spalle, era il più anziano tra quelli scelti per la staffetta. Attraversò il Norton Sound, balzando poi a riva da solo e trainando a terra in autonomia la slitta. Superata Little McKinley Mountain, Seppala e il suo cane guida completarono il viaggio, consegnando le 300.240 unità di siero alla squadra di Charlie Olson che, a sua volta, le passò a Gunnar Kaasen, il musher che completò il tratto finale della staffetta con Balto, prendendosi tutta la gloria.
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