35 anni soltanto, muore Nora. Il funerale vietato per l’epidemia, o quasi

Nora Illi, cofondatrice del Consiglio centrale islamico svizzero, è morta lunedì all’età di 35 anni. Una vita di battaglie per difendere i diritti delle donne.

(Photo by MARVIN RECINOS/AFP via Getty Images)
Una vita controversa, spesso al limite delle regole. Una donna che era stata criticata per la sua fermezza nel gridare al mondo il diritto degli islamici, a partire da quello di indossare il niqad, il velo che copre interamente le donne musulmane. Nora Illi è morta all’età di 35 anni. La donna aveva combattuto per anni anche contro la legge anti-burqa promossa in Ticino e più volte si è presentata per le strade di Lugano e Locarno con addosso il niqab sfidando le multe delle autorità. Soffriva da tempo di un tumore al seno. Convertitasi all’Islam nel 2003, Nora è stata la co-fondatrice del Consiglio centrale islamico svizzero (CCIS). La donna aveva suscitato scalpore negli ultimi anni con le sue apparizioni pubbliche in TV con il niqab in occasione di eventi in Svizzera e all’estero.

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Nora Illi lascia il marito Qassem Illi e sei figli. Il funerale, con rito islamico, si terrà nel cimitero del Bremgarten a Berna. A causa dell’attuale epidemia di coronavirus potranno partecipare solo persone espressamente invitate. Il 1 luglio del 2016, insieme all’algerino Rachid Nekkaz, si era recata presso la polizia cittadina di Locarno, vestita con un niqab blu, per farsi multare (lo stesso avrebbe fatto in seguito a Lugano). Una sua apparizione nel talk show tedesco «Anne Will» su ARD, nel mese di novembre del 2016, era stata fortemente criticata dal Consiglio radiotelevisivo dell’emittente NDR. Illi aveva lodato in particolare il «coraggio civile» dei giovani jihadisti partiti per la Siria. Anche il Ministero pubblico della Confederazione si era detto «irritato» all’epoca per la visibilità offerte al CCIS dalla televisione pubblica.

 

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