Coronavirus, Ranieri Guerra (Oms) ai microfoni di Radio Capital. “Il rallentamento dei contagi è un fattore estremamente positivo. Possiamo anche auspicare che il picco ci sarà in questa settimana. Prudenza massima ma segnali positivi”
Ranieri Guerra, assistant director general dell’Oms, è intervenuto parlando del coronavirus ai microfoni della trasmissioni radiofonica ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. “Il rallentamento della velocità di crescita è un fattore estremamente positivo. In alcune regioni siamo vicini al punto di caduta della curva e quindi probabilmente il picco potrebbe essere raggiunto in questa settimana e poi cadere. Credo che questa settimana e i primi giorni della prossima saranno decisivi, perché sono i momenti in cui i provvedimenti di governo di 15-20 giorni fa dovrebbero trovare effetto, efficacia”.
Ci sono dunque i presupposti per sperare. “Quello che ci si aspetta dunque è vedere decadere la curva in maniera più rapida nel giro di questi 5-6 giorni”, ha aggiunto l’esperto. Il sistema sanitario “tiene ma il discorso è fino a quando riescere a tenere. Sono dell’opinione che il personale medico e infermieristico va tutelato al massimo”, ha aggiunto Guerra che si è detto “preoccupato per il numero dei colleghi contagiati”. “Dobbiamo a questa persone tutto quello che le tecnologia ci mette a disposizione”, conclude Guerra.
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Oms: “Manteniamo alto il livello di guardia”
Riguardo al numero dei contagiati, Guerra sottolinea che “sappiamo benissimo che circa l’80% delle persone neanche si accorge di essere contagiato dal virus. Noi dobbiamo concentrarci su coloro che hanno una sintomatologia clinica“. In una fase di trasmissione così estesa, è impossibile muoversi diversamente. “Non si può fare altro. La realtà vera è che abbiamo un numero di pazienti, abbiamo risorse che sono state rafforzate e che al momento ancora tengono. Rispetto ad altri paesi l’Italia tiene e tiene bene. Possiamo ben sperare mantenendo alto il livello di guardia.
Sui tempi di circolazione del virus, Ranieri Guerra conclude che “la diffusione è globale, ha oltrepassato le frontiere con estrema rapidità. Nel Regno Unito ha cercato di alzare le barriere e non ci sono riusciti. Gli Stati Uniti l’hanno preso a ridere all’inizio e adesso si vede cosa sta succedendo a New York. Africa e America Latina sono dei grandi punti interrogativi, In quel contesto i sistemi sanitari non sono come i nostri e il virus può sfondare da un momento all’altro. Ci possiamo anche aspettare casistica di ritorno, come è avvenuto anche in Cina. La guardia deve rimanere alta”.