Mentre il colosso cinese lentamente sembra tornare alla normalità riaprendo le sue attività commerciali e industriali, si intensifica il flusso di aiuti verso il nostro paese.
…che in lingua mandarina significa grazie. Lo avevano scritto su un grande striscione i benefattori che ormai un mese fa mandarono in Italia mezzo milione di mascherine quando nel nostro paese non se ne trovavano e quelle che venivano distribuite negli ospedali venivano respinte perché del tutto inadeguate. Perché, giusto per non dimenticare tutto, è successo anche questo.
Il gruppo di imprenditori cinesi che decise di aiutare l’Italia con un gesto significativo e molto pratico (“sarà dura, proteggetevi più che potete”) era guidato da un industriale originario della provincia del Sichuan che non aveva dimenticato che quando nel 2009 il terremoto del Sichuan sgretolò una diga provocando migliaia di morti, i primi aerei che atterrarono con medici, ospedali da campo, medicine e tonnellate di cibo, avevano il marchio dell’Aeronautica Italiana.
All’epoca il comandante di corpo d’armata dell’Aeronautica militare era il generale Daniele Tei, un signore perugino simpatico, un top gun con gli occhi azzurri che, mentre gli aerei cargo facevano la spola con le nostre “missioni di pace” per riportare a casa militari feriti, o peggio uccisi da autobomba e attacchi kamikaze disse una cosa tanto semplice quando splendida: “Ecco a cosa servono le forze militari… a portare aiuto dove c’è bisogno”. Il generale Tei, cui oggi il palazzo dell’aeronautica di Italo Balbo ha intitolato una delle sue sale più belle, di quelle operazioni ne autorizzò parecchie. È scomparso nel 2011 poco dopo essere andato in pensione lasciando una testimonianza che evidentemente non è andata perduta. Se, come sembra, da tutto il mondo per incoraggiarci postano video delle nostre Frecce Tricolori.
Dopo le 500mila mascherine sono arrivate due squadre di medici. La prima – atterrata alla Malpensa dopo quattordici ore di volo – non ha chiesto di andare a riposare. Ma di visitare l’ospedale in costruzione alla Fiera. E uno dei medici, guardando fuori dall’autobus che li trasportava, vedendo la gente per strada disse… “ma siete sicuri di avere dato l’emergenza generale? C’è troppa gente in giro”. La seconda squadra cinese è arrivata pochi giorni fa. Altri trenta medici e tecnici cubani sono stati impiegati a Crema dove da due giorni è stato attivato un grande ospedale da campo.
I nostri piloti, gli stessi che molti vorrebbero smantellare perché le forze militari – le stesse Frecce Tricolori – sono un costo inutile e una brutta immagine bellica – stanno volando in lungo e largo per l’Italia trasportando malati gravi da dove non c’è più un letto in isolamento a dove forse potranno avere assistenza. Voli delicatissimi con persone sedate, in molti casi incoscienti e con una gravissima carica virale in corso. Ne parlano in pochi. Purtroppo.
E ora arriva la terza squadra cinese: arrivano dal Fujian su un volo della nostra aeronautica militare con otto tonnellate di forniture mediche donate dalla provincia sudorientale cinese – 30 ventilatori polmonari, 20 set di monitor sanitari, 3.000 tute protettive, 300.000 mascherine (più altre 20.000 del tipo N95) e 3.000 schermi facciali. Il volo arriverà alla Malpensa alle 16.45 e ad accoglierlo non ci saranno folle festanti. Ma pochi addetti al traffico e qualche funzionario della nostra aeronautica che li applaudirà da lontano dicendogli XiéXié. Grazie di cuore.
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