Il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano non esclude l’ipotesi. E sui contagi sommersi, Galli dà ragione a Borrelli.
Massimo Galli è una delle voci più autorevoli, quando si cercano pareri e opinioni sulla situazione del Coronavirus in Italia. Galli è il direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Il virologo milanese è intervenuto questa mattina durante la trasmissione Agorà, andata in onda su Rai 3. Durante il suo intervento ha parlato anche di una delle ipotesi formulate negli ultimi giorni, sulla diffusione del Covid-19. Si è parlato in particolare della bassa percentuale di contagio in Africa, ed è stato lui a confermare che le differenze etniche potrebbero aiutare nella riduzione della diffusione.
“È un fatto – ha dichiarato il virologo – , c’è una diversa disponibilità e caratteristiche dei recettori del virus per alcune popolazioni africane. È però un’ipotesi da studiare. Al momento non abbiamo persone di origine africana ricoverate nei nostri reparti. Questo potrebbe indicare che la ‘porta di ingresso’ del virus è diversa a seconda delle etnie. Ad esempio per gli asiatici e gli europei c’è una ‘porta aperta’ per il virus, gli africani hanno queste ‘porte’ chiuse e semichiuse“.
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Galli e i contagi sommersi
“Se fosse così, il disastro colpirebbe meno alcune aree povere del mondo“, ha proseguito Galli sul tema. Il virologo ha anche parlato delle mascherine e della difficoltà di reperirle nelle farmacie. In particolare Galli parla degli scontri sulla bontà dei materiali utilizzati. “C’è un detto cinese che dice, non importa il colore del gatto basta che acchiappi il topo. A noi non importa da dove arrivano gli strumenti per poter affrontare la quotidianità del lavoro e della vita. Quindi mi fa piacere che tutti si diano da fare perché le mascherine siano a disposizione. Non bisticciate nel dire chi lo fa meglio ma coordinatevi“.
Il virologo ha parlato anche dei tempi che serviranno per capire a che punto è la curva del contagio. Galli vuole tenere a bada sia gli entusiasmi che le sensazioni negative, visto che siamo ancora al centro della pandemia. “Per capire come si evolverà il virus ci vorranno 5-6 giorni di fila. Anche a scanso di delusioni, i dati che arrivano giorno per giorno vanno letti con molta attenzione“. E sulla questione dei contagi sommersi, Galli sposa la linea di Borrelli: “Temo che l’ipotesi di Borrelli possa essere molto vicino alla realtà. Anche se non abbiamo dati sicuri per poterlo dire, ma i contagiati sono molti di più di quelli registrati ufficialmente“.