Nell’omelia, il Papa ha commentato il brano evangelico di Gesù che guarisce l’uomo malato parlando della situazione di emergenza in cui viviamo.
Il Papa in una nuova omelia ha parlato del brano in cui Gesù guarisce un uomo malato che da 38 anni aspettava di poter immergersi nella piscina per poter guarire, lamentandosi di non aver nessuno che lo aiutasse ad entrarvi. Il pontefice ha detto:”Ci fa pensare l’atteggiamento di quest’uomo. Era malato? Sì, forse qualche paralisi aveva, ma sembra che poteva camminare, qualcosa. Era malato nel cuore, era malato nell’anima, era malato di pessimismo, era malato di tristezza, era malato di accidia. Questa è la malattia di quest’uomo: ‘sì voglio vivere, ma stava lì“. “La risposta non è ‘sì, voglio essere guarito’, ma la lamentela contro gli altri che arrivano prima. Sempre gli altri. La risposta all’offerta di Gesù è una lamentela contro gli altri. Così 37 anni, lamentandosi degli altri e non facendo nulla per guarire“.
“Quell’uomo è il peccato. Ma non era lì perché ne aveva fatta una grossa, no: il peccato di sopravvivere e lamentarsi della vita degli altri, il peccato della tristezza, che è il seme del diavolo, di quella incapacità di prendere una decisione sulla propria vita ma, sì, guardare la vita degli altri per lamentarsi, non per criticarli, per lamentarsi. ‘Loro vanno prima e io sono la vittima di questa vita’. Le lamentele, respirano lamentele queste persone“, ha continuato il pontefice.
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“Mi fa pensare a tanti di noi, tanti cristiani che vivono questo stato di accidia, incapaci di fare qualcosa ma lamentandosi di tutto – ha osservato il Papa -. E l’accidia è un veleno, è una nebbia che circonda l’anima, e non la fa vivere. E anche è una droga, perché se tu l’assaggi spesso piace, e tu finisci un tristo-dipendente, un accidio-dipendente. E’ come l’aria“.
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“E questo è un peccato abbastanza abituale fra noi: la tristezza, l’accidia, non dico la malinconia, ma si avvicina”. Il Papa l’ha definita “una vita grigia, ma grigia di questo cattivo spirito che è l’accidia, la tristezza, la malinconia“. “Pensiamo all’acqua – ha quindi esortato -, quell’acqua che è simbolo della nostra forza, della nostra vita, l’acqua che Gesù ha usato per rigenerarci nel battesimo e pensiamo anche a noi, se qualcuno di noi ha il pericolo di scivolare su questa accidia, su questo peccato neutrale, il peccato del ‘neutro’, questo né bianco né nero, lì, non si sa cosa sia. E questo è un peccato che il diavolo può usare per annientare la nostra vita spirituale e anche la nostra vita di persone” ha concluso.
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