A Wuhan, epicentro del Covid-19, tutto tornerà normale solo dall’8 aprile ma nella provincia dell’Hubei sono già state annullate le restrizioni per gli spostamenti. Una buona notizia anche per l’Italia.
Se ce l’hanno fatta loro, ce la faremo anche noi. Là dove la pandemia è iniziata, oggi tutto torna lentamente alla normalità. La provincia dell’Hubei ha rimosso i limiti agli spostamenti imposti due mesi fa negli sforzi per bloccare la diffusione del nuovo coronavirus: la decisione è operativa dalla mezzanotte di oggi, 24 marzo, in base a quanto deciso e comunicato dal Comitato locale di prevenzione e controllo. Il via libera riguarderà tutti i residenti possessori del ‘codice verde’, quindi senza rischi di contagio. Anche il capoluogo Wuhan, il focolaio della pandemia, vedrà le restrizioni cadere, ma solo a partire dall’8 aprile.
Dopo due mesi, dunque, torna la normalità nello Hubei. Le autorità hanno annunciato che nella capitale Wuhan ci si potrà muovere liberamente dall’8 aprile. La città è ormai paralizzata dal 23 gennaio. In base agli ultimi dati diffusi, la Cina vede i nuovi casi di coronavirus risalire a 78, di cui uno a Wuhan dopo 5 giorni di fila a quota zero e 74 importati dall’estero. Secondo i dati aggiornati a lunedì della Commissione sanitaria nazionale, i nuovi contagi di ritorno, in aumento con totale di 427, sono stati 31 a Pechino, 14 nel Guangdong, 9 a Shanghai, 5 nel Fujian, 4 a Tianjin, 3 nel Jiangsu, 2 sia nello Zhejiang e nello Sichuan, e 1 ciascuno per Shanxi, Liaoning, Shandong e Chongqing. I 7 nuovi decessi sono stati tutti registrati a Wuhan, focolaio della pandemia.
In Corea del Sud, invece, ci sono stati lunedì 76 nuovi casi, in leggero rialzo sui 64 di domenica: secondo gli aggiornamenti del Korea Centers for Disease Control and Prevention, le infezioni totali sono salite a 9.037, mentre i decessi sono saliti di 9, a 120 totali. Il tasso di mortalità è dell’1,33%. I casi di infezione importata sono aumentati da 20 a 67 unità, marcando il più grande rialzo giornaliero. Sul totale di 1.203 persone, per il 90% sudcoreani, giunte ieri nel Paese dall’Europa, 101 hanno mostrato i sintomi del coronavirus.
“Se fosse per i medici il mondo intero sarebbe chiuso”, invece Donald Trump vuole ‘riaprire l’Americà. E riaprirla in tempi brevi: in 15 giorni potrebbe decidere un allentamento delle regole, anche quelle sul distanziamento sociale così da spianare la strada alla riapertura delle imprese. L’obiettivo è evitare che “la cura sia peggio della malattia”, dice il presidente americano riferendosi all’economia contagiata dal coronavirus. La voglia di riaprire l’America del presidente si scontra con i numeri di casi in forte aumento negli Stati Uniti. I positivi sono oltre 42.000 e i morti 520, in quello che è il primo giorno in cui i decessi superano le 100 unità. La maggior parte dei casi è nella città di New York, dove si concentra il 60% dei contagi di coronavirus dello stato di New York e il 35% di quelli negli Usa. Anche la first lady Melania Trump ha fatto il tampone: è risultato negativo.
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