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Cronaca

Arcuri: “Più posti in terapia intensiva, al via la produzione di mascherine”

Il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus rende noti alcuni numeri. “In arrivo 300 medici e 500 infermieri negli ospedali in difficoltà”, dichiara Arcuri.

Domenico Arcuri fa il punto sulla gestione dell’emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Il commissario straordinario, nominato alcuni giorni fa per gestire la situazione italiana, ha convocato una conferenza stampa presso la sede della Protezione Civile. Arcuri ha fatto in particolare la conta delle unità a disposizione del nostro Paese, per la cura e per la prevenzione del virus. Si parte dalla quantità di posti letto in terapia intensiva e negli altri reparti, come l’infettivologia, in cui vengono curate diverse persone risultate positive ai test.

Da 5.300 a oltre 8 mila posti di terapia intensiva, il 64% in più – svela Arcuri – . Da 6.625 a 26.169 posti letto in pneumologia e infettivologia, oltre di quattro volte in più, succede solo nei grandi Paesi che sono coesi a contrastare questo nemico. Saranno inviati nelle prossime 72 ore, quasi certamente domani il primo contingente, 300 medici negli ospedali più in difficoltà. Con una nuova ordinanza trasferiremo su base volontaria 500 infermieri nelle zone con più alto numero di malati Covid 19“.

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La situazione negli ospedali in Italia potrebbe migliorare – meteoweek.com

Domenico Arcuri ha voluto ringraziare tutti gli italiani che si stanno attenendo alle norme presenti fin dal primo decreto del Governo. La riduzione del contagio parte proprio dal buon senso dei nostri concittadini. “Tutti i cittadini stanno facendo enormi sacrifici, li ringrazio, ma non basta, bisogna essere chiari: è davvero importante attenersi alle prescrizioni che il governo ha dato, sapendo che sono difficili, inusuali, quasi non contemporanee. La stragrande maggioranza le rispetta, imploriamo di rispettarle a tutti gli italiani. Dobbiamo fare in modo che emergenza non si diffonda in regioni dove finora è stata contenuta la sua portata, con l’aiuto degli italiani di quelle regioni, ma non solo“.

Inoltre il commissario Arcuri ha svelato che alcune tra le principali industrie del nostro Paese hanno unito le proprie forze. Si parla in particolare della produzione delle tanto ambite mascherine, sempre più difficili da trovare. “Tra tre giorni un consorzio di produttori italiani inizierà a produrre le mascherine e a dotare il nostro sistema e il nostro paese delle munizioni che ci servono per contrastare questa guerra ed evitare la nostra totale dipendenza dalle esportazioni. Si sono messe insieme diverse imprese italiane posizionate nel settore della moda, senza concorrenza e senza lotte tra loro. In poco tempo copriranno la metà del nostro fabbisogno“.

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L’impegno ribadito da Arcuri riguarda il lavoro per garantire il maggior numero di strumenti e unità per sconfiggere il Coronavirus. Ecco allora che è lui stesso a svelare nuovi numeri, sull’aumento di implementazioni negli ospedali e nelle tende. “Dobbiamo garantire più macchine, più posti letto, più personale: dobbiamo implementare una rivoluzione del nostro sistema sanitario. Siamo passati da 13 a 73 ventilatori distribuiti al giorno. Sono ancora pochi e confidiamo che i numeri possano rapidamente crescere. I posti di terapia intensiva sono passati da 5.343 posti a 8.370, con un aumento del 60%. 8 milioni di mascherine Ffp2-3 e 6 milioni di mascherine chirurgiche alla settimana dal 29 marzo arriveranno dalla Cina, i nostri aerei andranno a ritirare il materiale laddove si trova. Ciò grazie al lavoro dei ministri degli Esteri e della Difesa“.

Ad Arcuri viene anche chiesto in che condizioni avesse trovato il sistema sanitario in Italia. Il commissario risponde sostenendo che non è il suo compito quello di dare spiegazioni o valutazioni sulle condizioni degli ospedali. “Io ho il problema di sconfiggere il virus collaborando e implementando con forza il sistema sanitario delle regioni, poi ci sarà il tempo per discutere se il Sistema era preparato nel suo insieme, se lo era solo in parte o se non lo era“.

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