Il sindaco Sala: “Su Campagna ‘Milano non si ferma’ feci un errore”

Il sindaco Sala: “Il 27 febbraio in rete circolava il video #milanononsiferma: forse ho sbagliato a rilanciarlo ma in quel momento nessuno aveva compreso la veemenza del virus. Accetto le critiche, ma non tollero che qualcuno possa ancora marciarci su per scopi politici”.

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Il sindaco di Milano Beppe Sala (Getty) – meteoweek.com

L’ammissione del sindaco di Milano Beppe Sala è arrivata nel corso della trasmissione di Fabio Fazio ‘Che Tempo Che Fa’. Il primo cittadino ha fatto mea culpa per la condivisione del video ‘Milano non si ferma’ dello scorso 27 febbraio.

“Il 27 febbraio in rete circolava il video #milanononsiferma: forse ho sbagliato a rilanciarlo – dice il primo cittadino di Milano -, ma in quel momento nessuno aveva compreso la veemenza del virus. Accetto le critiche, ma non tollero che qualcuno possa ancora marciarci su per scopi politici”. Sono molti, da giornalisti a rivali politici, infatti, che lo hanno attaccato per quanto successo con la campagna di comunicazione “Milano non si ferma”. Il primo cittadino ha poi continuato: “Io sono qui 7 giorni su 7 a fare la mia parte. A Milano pensiamo alle persone attraverso misure che confermano il nostro spirito solidaristico, come l’apertura dell’Hotel Michelangelo in Stazione Centrale a disposizione delle autorità sanitarie”.

Ogni giorno si collega su Instagram, un modo per stare più vicino ai suoi concittadini e aggiornarli sull’emergenza Coronavirus e gli sforzi messi in campo dall’Amministrazione in questi tempi difficili. Ieri sera – domenica 22 marzo – Beppe Sala è riuscito a togliersi qualche sassolino dalla scarpa utilizzando la più classica delle soluzioni: la tv. Una ammissione di colpa senza tralasciare l’aspetto politico. “L’errore c’è stato ma non accetto strumentalizzazioni di tipo politico, come avvenuto – ha spiegato – nelle ultime settimane”.

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“Veneto ed Emilia Romagna sono sempre regioni di riferimento”

Sala, poi, spiega come e perché ha operato ulteriori tagli al servizio di trasporto pubblico milanese dopo quelli già fatti dalla Lombardia. “Quando si lavora si sbaglia, per questo appena ci siamo accorti che la riduzione delle corse dei mezzi pubblici del 50% chiesta da Regione Lombardia causava più assembramenti, le abbiamo riportate al 75%”. E sugli anziani, divenuti fulcro della trasmissione col passare dei minuti, ha aggiunto. “Mi permetto di dire una cosa: applichiamo la tecnologia nell’assistenza ai malati, è un aiuto grandissimo. Milano tutela le persone più fragili, ma è indubbio che Veneto ed Emilia-Romagna siano un riferimento per le cure domiciliari. Noi guardiamo a quel tipo di modello, siamo attenti nel cercare di capire dove fanno bene e vanno emulate”.

Infine, uno sguardo sul domani investendoci già oggi, partendo dalle persone: “Il Fondo di Mutuo Soccorso che abbiamo attivato a Milano sintetizza la nostra concezione del pensare all’oggi per ripartire domani. La lungimiranza non deve essere messa in disparte. A emergenza finita bisognerà fare un lavoro di ricostruzione che dovrà considerare questioni come salute, tutela dell’ambiente e sociale”.

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