Lunedì 23 marzo, alle ore 21, Iris trasmetterà la versione integrale de L’Esorcista, capolavoro diretto da William Friedkin nel 1973. Ecco alcune curiosità che forse non conoscete ancora ancora sul celebre horror.
L’Esorcista è diventato negli anni un punto di riferimento del cinema horror moderno, acquisendo una popolarità sempre crescente ed esercitando un forte impatto culturale. Se quel film è ancora oggi così convincente lo si deve forse al fatto che chi lo ha realizzato pensava seriamente di raccontare qualcosa di vero. Circondato da numerose storie riguardo la sua lavorazione, ma effettivamente realizzato da una troupe convinta dell’efficacia degli esorcismi e dell’esistenza del demonio, attorno al film di William Friedkin sono nate negli anni tantissime leggende metropolitane. Ecco alcune curiosità sul film che forse non conoscevate ancora.
L’Esorcista | il capolavoro di Friedkin
L’idea di Friedkin era quella di realizzare un film realista e credibile. Per questo motivo, in diversi momenti lungo il film, specialmente nelle scene di esorcismo, il regista ha utilizzato rumori di sottofondo o grida registrati durante esorcismi realmente praticati. Materiale di cui il regista era entrato in possesso tramite preti esorcisti che conosceva. Friedkin ha molte volte raccontato che per aumentare il senso di terrore del suo film aveva aggiunto alcune immagini dalla durata di un solo fotogramma (in un film di fotogrammi ne passano 24 ogni secondo). Quasi impercettibili agli occhi dello spettatore, ma comunque in grado di interrompere per un secondo il flusso delle immagini del film. Quando il prete sogna la madre in metro, ad esempio, per un secondo è possibile osservare un volto dipinto di bianco. E così prima della celebre scena della testa che ruota di 180 gradi. Nelle versioni successive del film la cosa è stata ulteriormente enfatizzata.
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L’incredibile storia dietro al film
Un reverendo era sempre presente sul set come “consulente tecnico”. Quando un giorno Friedkin gli chiese di esorcizzare il set, il reverendo si rifiutò dicendo che la cosa avrebbe creato ansia nella troupe. Per questo si limitò a benedirlo con dell’acqua santa. Il linguaggio del film (che oggi non sorprende nessuno) era considerato fin troppo audace e sboccato per l’epoca. Quando Linda Blair (la posseduta) recitò per la prima volta la scena in cui riempie di insulti e parolacce Max Von Sydow (ovvero il prete), il composto attore svedese (diventato famoso con i film di Ingmar Bergman) rimase così scosso da dimenticarsi di pronunciare le sue battute. Invece Ellen Burstyn, l’attrice scelta per il ruolo di Chris MacNeil, accettò di interpretare la parte a patto che una delle sue battute fosse eliminata. Aveva paura di pronunciare in quel contesto la frase: “ Io credo nel demonio”. Ma il personaggio di Chris MacNeil inizialmente non doveva essere interpretato da lei, ma da Audrey Hepburn. Coinvolgere l’icona dello stile e della leggerezza per antonomasia in una produzione simile sarebbe stata la cosa più coraggiosa di tutte.
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L’ipotesi Kubrick
Per la regia del film si era pensato inizialmente a Stanley Kubrick e a John Boorman. Kubrick veniva da 2001: Odissea nello spazio e Arancia Meccanica, ma i produttori erano preoccupati che potesse sforare il budget, mentre Boorman rifiutò l’offerta (ma visto il successo del film, fece il sequel). Friedkin fu scelto proprio perché, a differenza degli altri due, era un cattolico che credeva profondamente negli esorcismi. Il regista ha spesso dichiarato che, benché sia consapevole che il film venga oggi considerato un “horror”, lui è convinto di aver girato un film su qualcosa di reale e concreto.