Dati meno drammatici quelli provenienti dall’estremo oriente. Ma si studia da vicino la tipologia del virus dei malati che atterrano in Cina, in arrivo dall’Europa, e risultano già contagiati.
Quinta giornata consecutiva senza contagi interni in Cina. Sicuramente una buona giornata dopo le statistiche drammatiche delle settimane passate anche se il numero dei contagiati continua ad aumentare, pur se in modo molto blando.
L’ufficio della sanità cinese ha fornito all’OMS dati che riferisce essere tra i migliori degli ultimi giorni: nove soli decessi, tutti a Wuhan, 39 persone malate ma tutte provenienti dall’estero e già ospedalizzate in isolamento, e un tasso di guarigione che è salito fino a sfiorare il 90%. Un dato questo salutato con grandissimo entusiasmo. L’NHC ha sottolineato che se sotto l’aspetto della profilassi la Cina continua a lavorare con grande impegno negli aeroporti e alle frontiere per intercettare qualsiasi persona di rientro che possa avere i sintomi del coronavirus, due mesi dopo la quarantena di 60 milioni di abitanti della provincia dell’Hubei e del suo capoluogo Wuhan non ci sono contagi per il quinto giorno di fila.
L’NHC parla di 81.093 persone malate di ancora 5.120 ancora sotto trattamento all’interno dei vari ospedali. Il numero delle persone in terapia intensiva darebbe “in considerevole diminuzione” dicono i cinesi senza fornire un dato preciso mentre a fronte di 3.270 decessi si registrano 72.703 malati dimessi già dimessi per un tasso di guarigione salito all’89,6%.
Resta da capire quali effetti avrà il rebound, ovvero il numero di persone di ritorno in Cina e provenienti soprattutto dall’Europa. I trentanove casi di ieri hanno aumentato il dato a 353 persone in ospedale: le città più colpite dal fenomeno sono Pechino e Shanghai. Molte le città che hanno varato regole stringenti per arginare il fenomeno dei contagi di ritorno: una delle contromisure è stata quella di dirottare tutti i voli internazionali a Pechino, per concentrare in un unico punto il monitoraggio. Ma al momento sono molte le compagnie che hanno deciso di non riaprire i loro voli con la Cina, come ad esempio Emirates.
Anche la Corea sta contingentando i voli provenienti dall’Europa: ieri il ministro della salute pubblica coreano ha annunciato 64 nuovi contagi, un calo sensibile rispetto ai 98 di sabato. Il totale è 8.961. Anche per la Corea del Sud le 64 unità di ieri rappresentano il dato più basso da metà febbraio, ha riferito il Korea Centers for Disease Control and Prevention che ha confermato 111 decessi principalmente concentrati a Daegu e nel Gyeongsang del Nord.
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