Francesco Boccia: “Stop al 70% della produttività, ma dobbiamo fermarci”

Il ministro per gli affari regionali e le autonomie interviene a Radio Capital. “Operazione che ci costerà tanto, ma dobbiamo pensare alla difesa dell’economia”, dichiara Francesco Boccia.

Francesco-Boccia

Entrerà in vigore in queste ore la nuova stretta annunciata sabato sera dal premier Giuseppe Conte. Nel frattempo le aziende che non rientrano tra quelle che potranno aprire, si stanno organizzando. Anche perchè non sono mancate le critiche e gli appelli a non far chiudere società che, in questo periodo di chiusura, rischiano di mandare in fumo i propri affari. Ma nel frattempo arriva un ragionamento nuovo, proprio da un membro della squadra di Governo. Stiamo parlando di Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie.

Boccia è entrato nell’occhio del ciclone per la vicenda della mascherina indossata in conferenza stampa. Intervenuto telefonicamente alla trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital, ha sciorinato qualche numero per sottolineare la gravità del nuovo provvedimento. “Con questo decreto si pone una questione che dall’emergenza economica ci fa entrare nell’economia di guerra. Il 70% del tessuto produttivo italiano chiuderà. Dobbiamo porci due domande: come far arrivare i prodotti essenziali a supermercati e farmacie, e come fare per far riaprire le imprese e riassorbire i lavoratori, visto che la cassa integrazione aumenterà“.

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Il ministro Boccia giustifica l’operato del Governo – meteoweek.com

Con questi dati resi noti, Francesco Boccia ha fatto capire quanto sia stato necessario dare questa nuova stretta all’economia. Anche perchè si rivela fondamentale attenersi alle regole adesso, in modo da ripartire al meglio non appena il Coronavirus sarà stato spazzato via. In particolare per le aziende che ora potrebbero osservare la chiusura. “Dobbiamo occuparci e preoccuparci di come uscire da questa criticità per evitare che molte aziende, se non tutte, per crisi di liquidità potrebbero non riaprire più nel giro di poche settimane. Quanti giorni, quanti mesi può sopravvivere un’azienda che arriva a fatturato zero?“.

Boccia e la situazione delle imprese

Tante fabbriche chiuse fa rima con tante persone a casa. Il ministro Boccia lo sa e invita ancora una volta tutti ad attenersi alle norme in vigore. Anche perchè bisogna ridurre il più possibile la circolazione del virus, in modo da ripartire al più presto. “Con questo nuovo decreto sono moltissime le persone che rimangono a casa, se si calcola che resta aperto solo il 20-30% delle attività intese come essenziali. È un’operazione massiva che costerà tanto, allo Stato e a tutti noi. Ci avviamo a mesi difficili e dobbiamo evitare di non pensare alla ‘fase 2’: dobbiamo vincere la battaglia contro il virus e almeno per la difesa, non dico il rilancio, dell’economia“.

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La preoccupazione non basta – prosegue Francesco Boccia – , serve l’azione per fare in modo che lavoratori e imprenditori superino questa fase di transizione. Abbiamo proposto al governo di allargare un fondo di garanzia che permetta di avere liquidità di breve alle imprese per superare questa fase di transizione. Usciremo tutti con un debito ma che potrà essere pagato a 30 anni, come un debito di guerra. Dobbiamo intervenire per fare in modo che, quando tutto sarà finito, le aziende riaprano e tutto, con gradualità, torni alla normalità“.

Per concludere il suo intervento, il ministro Boccia ha parlato di due elementi che si rivelano fondamentali per la ripartenza. Uno riguarda l’aspetto puramente economico, l’altro è relativo proprio alla ripresa delle attività con l’aiuto delle istituzioni. “Ora bisogna lavorare su due strumenti necessari: garantire alle imprese la liquidità e costruire un’operazione di opere pubbliche in modo che la domanda pubblica possa compensare il calo di domanda privata. Oggi parliamo di numeri più rilevanti del decreto da 25 miliardi, bisogna prenderne consapevolezza. L’UE lo ha già fatto sospendendo il Patto di stabilità“.

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