Agli indiani è stato chiesto di rispettare il coprifuoco dalle 7 alle 21 di ieri, 22 marzo. La maggior parte dei collegamenti ferroviari, inoltre, è sospesa fino al 31 marzo e diversi Stati hanno imposto la chiusura a tutti i servizi non essenziali.
L’India fa sul serio, ha paura del coronavirus. Si guarda da est a ovest e carpisce gli insegnamenti che arrivano da Cina ed Europa già profondamente segnate dal virus killer. E allora fa un’esercitazione che non ha precedenti: la chiusura del Paese per 14 ore, voluta fermamente dal premier Narendra Modi per contrastare l’avanzata del nuovo coronavirus nella seconda nazione più popolosa del pianeta. Agli indiani è stato chiesto di rispettare il coprifuoco dalle 7 alle 21 di ieri, con la maggior parte dei collegamenti ferroviari sospesi fino al 31 marzo e diversi Stati che hanno imposto la chiusura a tutti i servizi non essenziali. Probabilmente si è trattato di una prova generale per provare la capacità del Paese ad affrontare un lockdown nazionale più esteso.
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Il coprifuoco ha spaventato migliaia di migranti che si sono accalcati nelle stazioni principali dei treni per provare a tornare ai loro villaggi d’origine, temendo che la chiusura parziale del Paese li lasciasse senza stipendio per settimane. E qui nasce il rischio più grande: come è successo anche in Italia, c’è la paura che la diffusione del virus si estenda dalle città dove è rimasta circoscritta finora, alle province e campagne. L’India ha la quarta rete ferroviaria al mondo e trasporta una media di oltre 20 milioni di passeggeri al giorno, quasi quanto la popolazione di tutta l’Australia. Il premier è stato molto attivo su Twitter dalla prima mattina spiegando al suo popolo perché fosse necessario rimanere a casa. “Le misure che prendiamo ora ci aiuteranno nei tempi a venire. State a casa e state al sicuro”, si legge in uno dei suo tweet con l’hashtag #jantacurfew (coprifuoco del popolo). Sulla scia dei flash mob spontanei nati in Italia, Modi ha anche invitato la popolazione ad affacciarsi ai propri “balconi, terrazze, finestre alle 17 di questo pomeriggio per esprimere gratitudine a quanti stanno lavorando ventiquattro ore su ventiquattro perché la nazione si liberi dal Covid-19”. In India, i casi di contagio da Covid-19 sono oltre 320. Nelle ultime settimane, il Paese ha chiuso i suoi confini, sospeso l’emissione di visti e vietato agli stranieri da alcuni dei Paesi più colpiti dall’epidemia di entrare sul suo territorio.
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