Le autorità ritengono che il virus sia arrivato nel villaggio con un carico di autobus di visitatori europei, qualcuno dice il contrario, è botta e risposta tra Austria e mezza Europa, con la Germania in prima linea.
L’Austria e mezza Europa giocano allo scarica barile, l’argomento è di quelli scottanti: chi ha portato il contagio da coronavirus in Austria? Oppure: fin dove l’Austria è stata capace di far viaggiare il contagio partito dalle sue piste da sci? Ischgl, la Cortina d’Ampezzo delle Alpi tirolesi, oggi sembra una città fantasma. Ogni inverno la cittadina attira milioni di persone ed ora è diventata un’incubatrice perfetta per il Covid-19. Le autorità ritengono che il virus sia arrivato nel villaggio con un carico di autobus di visitatori europei. Quando i funzionari austriaci si sono resi conto dell’entità dell’epidemia, quest’ultima si era già diffusa nel mondo. Le autorità sanitarie di tutta la Scandinavia hanno rintracciato diverse centinaia di casi fino a Ischgl. Martedì scorso la Norvegia ha dichiarato che quasi il 40 per cento delle oltre 1.400 infezioni presenti nel paese sono originarie dell’Austria. Le autorità nazionali ritengono che centinaia di altri casi sia in Austria che in Germania siano direttamente collegati a Ischgl. Peggio forse è andata a Bergamo dopo la partita Atalanta Valencia.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha ricevuto grandi elogi per la sua risposta aggressiva alla minaccia del coronavirus. I critici però affermano che l’improvvisa svolta politica di Vienna, avvenuta solo la scorsa settimana, si è verificata solo dopo l’aggravarsi della situazione nel Tirolo. Nonostante i primi avvertimenti da parte di altri Paesi sui problemi di Ischgl, i funzionari tirolesi si sono opposti a un’azione risoluta, temendo l’impatto negativo sugli affari locali, trattandosi di una località che vive solo di turismo. Vienna, non è neppure intervenuta. ”L’avidità ha avuto la precedenza sulla responsabilità per la salute della comunità e degli ospiti”, ha scritto il quotidiano austriaco Der Standard. La capitale austriaca ha ignorato la decisione dell’Islanda di emettere un avviso di viaggio per il Tirolo. Il primo segnale circa la gravità della situazione è scattato il 1° marzo, quando i funzionari in Islanda hanno scoperto che 15 passeggeri di un volo Icelandair in arrivo il giorno prima da Monaco di Baviera erano risultati positivi al Covid-19. Quattordici degli infetti erano stati a Ischgl. Le autorità islandesi avevano avvertito per tempo i funzionari austriaci. Le autorità sanitarie dell’Austria hanno, a quanto pare, respinto le preoccupazioni provenienti da Reykjavik. “Da un punto di vista medico è improbabile che le infezioni si siano verificate in Tirolo”, ha detto Franz Katzgraber, alto funzionario sanitario della provincia, in un comunicato. I tirolesi a loro volta hanno indicato come probabile infetto un passeggero sull’aereo che era stato in Italia e che ha infettato successivamente il gruppo di Ischgl.
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