Salgono a 21 le vittime di Coronavirus tra i medici. A Cremona è morto un infettivologo, direttore sanitario della Casa di Cura San Camillo.
La Federazione nazionale Ordine dei medici chirirghi e odontoiatri (Fnomceo) ha inserito nell’elenco delle vittime del Coronavirus un altro camice bianco. Si tratta di Leonardo Marchi, medico infettivologo, direttore sanitario della Casa di Cura San Camillo di Cremona, deceduto il 21 marzo.
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Leonardo Marchi aveva 64 anni e da 11 anni era alla guida della clinica cremonese. Medico stimato e infettivologo di lunga esperienza, Marchi lascia la moglie e due figlie.
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Con questa ulteriore vittima, il totale delle morti tra i medici sale a 21. L’epidemia di Coronavirus continua a flagellare l’Italia e continua la sua diffusione in quasi tutti i Paesi del Mondo. In Italia i contagi hanno raggiunto quota 40mila e le vittime hanno di gran lunga superato il numero dei decessi cinesi.
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Il Covid-19 sta mettendo in ginocchio intere regioni, in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, nelle quali il numero di infetti e di ricoverati è davvero alto.
Ricordiamo insieme a professor Leonardo Marchi la storia di un altro medico che purtroppo non ce l’ha fatta. Sabato, infatti, è morto all’Istituto clinico San Rocco a Ome, in provincia di Brescia, il dottor Gino Fasoli, medico in pensione. Aveva 73 anni e da quattro aveva lasciato la professione.
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Aveva deciso, durante l’emergenza di Coronavirus, di tornare in servizio per dare una mano ai colleghi e tentare di salvare più pazienti possibili, ma il Covid-19 non gli ha lasciato scampo.
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Gino Fasoli era stato per diversi anni medico di famiglia a Cazzago San Martino, in Franciacorta, dopo aver prestato sevizio al pronto soccorso di Bornato, sempre nel Bresciano. Da quando era andato in pensione, il professor Fasoli si era dedicato al volontariato: aveva aiutato a trasportare diversi ammalati al santuario di Lourdes e aveva partecipato a diverse missioni in Africa, con l’associazione Emergency.
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