La società italiana aerosol ha pubblicato una nota firmata da 70 scienziati, in cui afferma che al momento, non si è trovata nessuna correlazione tra lo smog e la diffusione del virus.
Una nota informativa diramata dalla società italiana di aerosol sostiene che al momento non esiste alcun tipo di correlazione tra la smog e la diffusione del coronavirus. La nota è stata firmata da 70 scienziati provenienti da vari enti e istituzioni. In questa viene che non è stato dimostrato alcun effetto di maggiore suscettibilità al contagio al Covid-19 dovuto all’esposizione alle polveri atmosferiche”. In relazione a questo, gli studiosi ritengono che la proposta di misure restrittive di contenimento dell’inquinamento” sia, “allo stato attuale delle conoscenze, ingiustificata”.
Sembrerebbe dunque che tra lo smog e la diffusione del coronavirus non esista al momento alcun legame dimostrabile. Soltanto due giorni fa’ però, uno studio condotta dalla Sima ( Società Italiana di Medicina Ambientale), afferma invece il contrario. Secondo lo studio, condotto in collaborazione con l’Università di Bologna e Bari le polveri sottili hanno accelerato la diffusione del virus. E questo secondo gli studiosi si è verificato in particolar modo nella Pianura Padana. Lo studio condotto dalla Sima, che ha analizzato i dati pubblicati dai siti Arpa, ha rilevato che “Alte concentrazioni di polveri fini a febbraio in Pianura Padana hanno esercitato un’accelerazione anomala alla diffusione virulenta dell’epidemia”. Gli studiosi sostengono infatti che nella pianura si è osservato che “le curve di espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale”.
Leonardo Setti, ricercatore del dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna sostiene che “le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del COVID-19”. Secondo Setti, l’effetto più evidente di questo è che le maggiori concentrazioni si sono verificati nelle province dove ci sono stati i primi focolai.
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Anche Gianluigi de Gennaro, ricercatore del dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, sostiene che le polveri sottili hanno veicolato il virus al punto che “più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi”. Per questo a suo parere, è fondamentale in questo momento ridurre al minimo le emissioni e sperare in un contesto meteorologico favorevole.
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