Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio ha parlato della situazione Covid-19 e della sua decisione di prendere misure drastiche.
Il Presidente Cirio ha parlato della sua decisione (e di quella di Fontana) di chiudere uffici e studi professionali, vietando anche le seconde case, gli assembramenti tra più di due persone e i mercati se mancano le condizioni di sicurezza: «Non è una sfida contro il governo, il governatore Fontana ed io abbiamo informato il governo nel pomeriggio. Nessuna provocazione, il nostro è un estremo tentativo di tutelare la salute dei nostri cittadini».
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«La situazione è preoccupante. Sei contagi non rallentano rischiamo la saturazione dei letti in terapia intensiva. Il Piemonte in queste settimane ha aumentato i letti del 65%. È la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra: i cittadini lo sanno si nessuno ha fatto come noi, però non basta per sentirsi tranquilli. Per questo abbiamo deciso di agire, non sapendo che il governo stava per intervenire. Combattiamo una lotta contro il tempo, abbiamo maledettamente fretta». «Il tempo passa, i letti dei reparti si riempiono, noi presidenti di Regione abbiamo il dovere di fare tutto ciò che riteniamo utile, senza lasciare intentata alcuna strada».
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«Tutto ciò che tiene le persone al riparo dal virus è utile. Per questo, con la Lombardia, siamo intervenuti per limitare tutto ciò che è di competenza regionale. Quel che sui territori si poteva chiudere o sospendere si è fermato. Questa è la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra a oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma prego tutti di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la vita lo è di più» ha concluso, poi.