Il Coronavirus ha fermato gran parte delle attività lavorative, ma non tutte. Alcuni lavoratori dipendenti, ma anche i liberi professionisti, per non bloccare attività produttive importanti sono stati chiamati a lavorare da casa. In molti, computer alla mano, lavorano dal letto. Ma questa è un’abitudine che può creare danni alla postura. Che fare allora?
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Smart working, tutti i rischi del mestiere!
In clima di pandemia da Coronavirus, quasi tutti i cittadini del mondo sono costretti ad un blocco temporaneo delle attività quotidiane. Alcuni lavoratori attraverso lo smart working sono ugualmente produttivi, ma non pochi “fastidi” può causare il lavoro fatto in casa.
In molti utilizzano il pc senza alzarsi dal letto, ma è un’abitudine errata che dovrebbe essere eliminata. Sophie Rostock, esperta del sonno ritiene che lo smart working da stesi arreca danni alla postura e peggiorando il sonno. Ma non solo. La professionista ha anche evidenziato che chi lavora da casa ha più possibilità di distarsi e quindi di essere meno produttivo.
Il nostro cervello associa il letto al riposo. Secondo la Rostock se si lavora direttamente dal letto il cervello confonderà il riposo con il lavoro e le prestazioni non saranno certamente eccellenti.
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Cosa fare per evitare di danneggiare la postura?
Secondo l’esperta l’ideale è predisporre uno spazio della casa a “zona lavoro.” Creare cioè un ufficio, se non lo avete. Basterà una scrivania in una stanza in cui non potete in nessun modo distrarvi. In questo modo il cervello si “abituerà” allo spazio che avete creato per poter lavorare e sarà meno incline a cedere alla distrazioni. Solo così potrete garantire la miglio prestazione possibile.