Un timbro caldo e inconfondibile che lo ha reso uno straordinario artista pop anche se per tutti era il re assoluto di Nashville e del country.
Una voce inconfondibile
“We can’t go on, pretending day by day”: era la frase che Kenny Rogers, con un timbro basso e profondo, attaccava nel suo assolo di We Are the World immediatamente dopo Lionel Richie per poi duettare con Al Jarreau e Billy Joel. Alcuni sostengono che sia uno dei segmenti distintivi di quella che forse è una della canzoni più ascoltate di sempre. Ora quella voce bassa e calda, suadente e affettuosa si è spenta.
Icona country
Kenny Rogers, icona della musica country, vincitore si innumerevoli riconoscimenti tra i quali il Grammy, si è spento la scorsa notte a 81 anni. Stava male da tempo. Nulla a che fare con il coronavirus: aveva iniziato una dura battaglia contro il cancro già nel 2012 e ne era uscito ma negli ultimi tempi le sue condizioni si erano notevolmente aggravate. Da settimane era ricoverato in casa, a Sandy Springs, in Georgia, assistito dai suoi familiari e non aveva più ripreso conoscenza dalla settimana scorsa.
Una star pop prestata al country
Indotto nella Hall Of Fame del rock and roll nel 2013, Rogers come Dolly Parton, Willie Nelson e Johnny Cash era considerato uno degli standard assoluti della musica country, una passione che non lo ha mai abbandonato. Era il re di Nashville ma di tanto in tanto non si faceva mancare digressioni pop grazie a produttori straordinari come Narada Michael Walden o soprattutto Quincy Jones che lo aveva definito “la voce bianca più sensuale del mondo, in grado di fare a gara con Barry White”.
L’esordio a 12 anni
Ha inciso e cantato dal vivo come professionista per oltre 60 anni: il suo ritiro dalle scene, nel 2017, in lacrime davanti alla famiglia, avvenne nel 2017 quando stava già male: era dimagrito molto e malfermo sulle gambe. Ma la sua voce era sempre la stessa, caldissima e sexy. Il primo successo nel 1966 con “Just Dropped In”, un brano hippy, ma la consacrazione arriva con la ballata “Lucille”.
The Gambler
Il suo più grande successo è stata “The Gambler”, pubblicata nel 1978: ha venuto circa trenta milioni di copie diventando sigla di numerose serie fiction e tema conduttore del film omonimo che si ispirava proprio al testo della sua canzone. Il brano fu adottato anche dalla squadra di rugby inglese che nel 2007 vinse il titolo mondiale e la cantava a squarciagola negli spogliatoi dopo ogni gara.
Fotografia e cucina
Grande appassionato di architettura e di fotografia, aveva pubblicato diversi libri con scatti artistici celebri: la sua autobiografia “Making It With Music” è uno dei libri musicali sul country più venduti di sempre.
Aveva una passione sfrenata per la cucina, di qui il suo peso massiccio prima della malattia. Famoso il suo pasticcio di pollo e patate che diventò il piatto forte della sua catena di ristoranti Kenny Rogers Roasters.
Il ricordo di Lionel Richie
Lionel Richie era uno dei suoi grandi amici. Fu lui, autore insieme a Michael Jackson e a Quincy Jones di “We are the World” a volerlo tra le voci soliste del brano. Richie cantò con lui la sua canzone “Lady” più volte e fu l’ultimo ad abbracciarlo nel concerto d’addio quando salutando il pubblico disse “sia benedetta la mia vita, fortunata e leggera. Spero di avere regalato un po’ di leggerezza ad ognuno di voi, Dio benedica i vostri figli e i vostri nipoti”.