Il suo ultimo desiderio, adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 1996 scritto da Joan Didion, è il nuovo film di Dee Rees (regista di Mudbound, candidato a 4 premi Oscar) con Anne Hathaway e Ben Affleck. Ecco la nostra recensione.
Dee Rees, a distanza di tre anni dal successo di Mudbound, candidato a ben 4 premi Oscar, torna con un film per Netflix tratto dal romanzo del 1996 scritto da Joan Didion. Protagonisti de Il suo ultimo desiderio sono Anne Hathaway e Ben Affleck.
Il suo ultimo desiderio | la trama del film
Il film di Dee Rees racconta la storia di una giornalista politica di Washington Dc, Elena McMahon (Anne Hathaway). La donna, una delle migliori nel suo campo grazie ad anni di esperienza sulle spalle, sta indagando sul fenomeno del traffico d’armi in America Centrale, quando scopre il coinvolgimento di suo padre (Willem Dafoe) nelle torbide vicende di contrabbando su cui deve fare luce. Dopo aver incontrato il genitore per dissuaderlo dai traffici illeciti, la giornalista scopre che l’uomo è gravemente malato. Come ultimo desiderio, il padre chiede quindi ad Elena di effettuare per lui una commissione illegale. Nonostante sia in pieno disaccordo, la giornalista accetta, convinta che in questo modo possa riuscire anche a trovare il bandolo della matassa della vicenda su cui sta indagano e risolvere così il caso. Spinta sempre più nell’occhio del ciclone, la reporter finirà per diventare una delle protagoniste della vicenda, ritrovandosi intrappolata in una situazione più grande di lei. L’unico che sembra poterle essere di aiuto in questa faccenda surreale è l’agente segreto Treat Morrison (Ben Affleck), del quale finirà per innamorarsi.
Leggi qui -> #iorestoacasa con MeteoWeek | le 5 migliori rapine al cinema
Thriller e romance
Anne Hathaway, nonostante lo sforzo ammirevole, si trova a dover reggere da sola il peso di un film senza identità precisa e privo di un intreccio avvincente (che di fatto tarpa le ali a qualsiasi aspirazione da thriller). Anche il lato romantico, però, non è gestito come ci si aspetterebbe, dal momento che la presenza di Ben Affleck nel cast è inconsistente a causa di una prestazione svogliata e con poco mordente, sempre e costantemente frenata da una sceneggiatura a cui evidentemente interessa solo il personaggio di Elena. I riflettori sono tutti puntati su di lei e sul suo viaggio alla ricerca di una verità molto scomoda da rivelare pubblicamente. Il film tesse un po’ alla volta una fitta rete di mezze bugie, sconcertanti rivelazioni e torbidi intrighi, senza però avere la capacità di districarsi in questo flusso di informazioni ininterrotto e difficile da seguire.
Leggi qui -> Tornare a vincere | Il crollo psicologico di Ben Affleck sul set
Una trama incomprensibile
La scelta poi di adottare una narrazione non lineare non aiuta. Flashforward, flashback, e sottotrame parallele all’inchiesta principale di riferimento, complicano ulteriormente la situazione. Le lunghe digressioni rispetto ai fatti narrati costituiscono un ulteriore elemento di inaccessibilità per lo spettatore, a cui viene chiesto un enorme sforzo di attenzione che non viene mai ripagato. L’impegno di Anne Hathaway è concreto e tangibile, ma purtroppo da solo non basta a risollevare un film che avrebbe meritato una mano più ferma e sicura.