Proprio ieri sera il Premier inglese ha imposto la chiusura immediata anche di ristoranti, club, discoteche, palestre, centri di scommesse e massaggi, cinema, teatri, piscine e casinò. Una stretta che ha provocato la fuga da Londra.
Emergenza coronavirus e strette governative. Sempre lo stesso paradigma: l’applicazione delle prime misure restrittive provoca la fuga dalle metropoli. Ora accade anche a Londra. Uno scenario che avevamo già visto a Milano e a Parigi. A Londra sono diversi gli eventi improvvisi che hanno portato gli abitanti delle metropoli a scappare. Restano aperti supermercati, negozi e farmacie, il trasporto pubblico, seppur ridotto, “non sarà toccato”. Ma le principali catene di supermercati hanno introdotto il razionamento e molte attività commerciali hanno deciso di sospendere la produzione. Inoltre, alcune stazioni della metropolitana sono state blindate. A questo si aggiunge la chiusura delle scuole, dalla prossima settimana.
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Così molte famiglie benestanti hanno deciso di trasferirsi in campagna. Anche qui, arriva l’ira dei residenti locali per la paura del contagio. Tra le principali destinazioni: le contee del Gloucestershire, Norfolk e Suffolk, dove molti londinesi sono proprietari di cottage. Ovviamente la trasferta improvvisa ha comportato un’altra conseguenza: i distributori di benzina sono stati presi d’assalto dai londinesi in fuga, fin dalle prime ore della mattina.
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Il netto incremento delle partenze ha coinciso con il sentore di una stretta governativa che si sarebbe abbattuta sulla metropoli. Poi è arrivata la chiusura di Johnson estesa a tutto il Paese. Dopo settimane e settimane di negligenza, anche Londra si è svegliata, e si è data alla fuga.
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Intanto la deputata gallese Liz Saville-Roberts ha chiesto al governo di limitare gli spostamenti all’interno del Paese. Ovvero, ha chiesto l’applicazione del lockdown totale: ognuno sarebbe obbligato a trascorrere il periodo di auto isolamento nel proprio indirizzo di residenza. Concordano molti abitanti di provincia spaventati dalla fuga. “Chiunque pensa di trasferirsi fuori Londra dovrebbe guardare alla disponibilità di posti letti in terapia intensiva”, scrive un utente commentando un articolo del Times.