Il commissario per la gestione emergenza coronavirus Angelo Borrelli. “Difficile fare previsioni, il picco potrebbe esserci tra due settimane. Aspettiamo i fatti ed è doveroso fare ipotesi con la massima prudenza”
Angelo Borrelli, commissario per la gestione dell’emergenza coronavirus, preferisce non sbilanciarsi sull’arrivo sul picco e sul livello massimo di contagi in un giorno. La prudenza è ai massimi livelli quando si abbozzano delle previsioni. “Le previsioni sul picco del coronavirus le fanno gli esperti – ha spiegato – sicuramente è giusto farle ma poi bisogna vedere se vengono confermate dai fatti. Forse il picco non arriverà la prossima settimana ma quella dopo. Tutti dicono che stiamo andando verso il picco e ci auguriamo che sia quanto prima”. Il commissario per l’emergenza è intervenuto nel corso della trasmissione ‘I Lunatici’ di Radio2.
Borrelli ha poi continuato: “L’ottimismo e la speranza ci devono venire dai comportamenti che stanno adottando i nostri connazionali. Serve assoluta prudenza, bisogna uscire il meno possibile. È fondamentale per contenere i contagi. Bisogna evitare i contatti umani e muoversi il meno possibile. Evitare di uscire di casa se non strettamente necessario. Gli epidemiologi ci dicono che se noi conduciamo una vita assolutamente normale la percentuale di persone che viene colpita dal coronavirus è molto più alta. Per questo si adottano misure come quelle adottate in Cina. La mascherina se si mantengono le distanze di sicurezza non serve a nulla”.
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Pioggia di denunciati, controlli ai massimi livelli
L’appello a restare a casa, con la dose di responsabilità doverosa che non deve mancare, non è ascoltato da tutti. Nella giornata di ieri le forze di polizia hanno controllato, in applicazione delle misure di contenimento del contagio, 200.842 persone e 9.407 sono state denunciate. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 99.806, denunciati 205 esercenti e sospesa l’attività di 21 esercizi. Si tratta del più alto numero di denunciati in un giorno, dall’inizio dei controlli. Salgono così a 1.427.011 le persone controllate dall’11 al 19 marzo 2020, 61.425 quelle denunciate; 743.532 gli esercizi commerciali controllati e 1.873 i titolari denunciati.
Vista l’impennata, si valutano ulteriori restrizioni. In particolare alcune regioni le invocano a gran voce. Impiego dell’esercito, chiusura degli studi professionali e degli uffici pubblici (salvo per le attività indifferibili), fermo dei cantieri, ulteriore limitazione delle attività commerciali. Sono le richieste del governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un elenco che arriva dopo l’ultimo drammatico bilancio dei morti e dei contagiati nella regione e soprattutto nell’area metropolitana di Milano. ma in tarda mattiinata palazzo Chigi smentisce in maniera ufficiale la chiusura degli alimentari nel weekend: “I supermercati, gli ipermercati e i negozi di generi alimentari resteranno aperti durante il fine settimana”.
Una stretta sulle limitazioni è chiesta da più parti anche alla luce dei ben 52 mila italiani denunciati per non aver ottemperato ai divieti, persone che sono uscite senza validi motivi o hanno addirittura cercato di mettersi in viaggio.