“A Bergamo ogni famiglia piangerà i suoi cari”: le parole del primario

Fabiano Di Marco, primario di pneumologia dell’ospedale di Bergamo, lancia l’allarme. “Qui è la guerra. Non sono parole mie, parlano i numeri”.

di marco primario bergamo

Le parole dei medici sono sempre le più importanti, in questi giorni in cui sembra che stiamo assistendo al picco del Coronavirus. Ogni giorno sale il numero dei nuovi casi di contagio ma anche quello delle vittime del Covid-19. In particolare è la Lombardia a pagare il conto più salato tra tutte le regioni del nostro Paese. E da una delle città più colpite, ovvero Bergamo, arrivano dichiarazioni molto pesanti. A rilasciarle è Fabiano Di Marco, primario del reparto di pneumologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Di Marco è stato molto crudo nel far capire che la curva epidemiologica non è ancora arrivata al suo vertice. E lo dice con parole molto spicciole. “A Bergamo ogni famiglia piangerà i suoi cari – esordisce Di Marco – . Non sono io a dirlo, sono i numeri. Al mattino presto entro al Pronto soccorso, non dimenticherò mai. La guerra. Non trovo altra definizione. Pazienti ovunque con polmoniti gravi, che rantolavano. Sulle barelle, nei corridoi. Mentre l’Italia voleva riaprire le sue città, in 24 ore abbiamo consumato 5.000 mascherine filtranti. E martedì scorso i pazienti Covid-19 hanno superato quelli con altre patologie“.

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All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo si lavora in maniera sempre più incessante – meteoweek.com

Le parole del dottor Di Marco non fanno altro che fare eco a quelle di un suo collega. Si tratta di Marco Rizzi, infettivologo che opera nella stessa struttura ospedaliera a Bergamo. Rizzi aveva già accennato, nei giorni scorsi, che le cose sarebbero peggiorate giorno dopo giorno. E purtroppo, le cose sono andate proprio così. “Qui a Bergamo siamo quasi tutti contagiati e i deceduti in casa li scopriremo fra giorni. dati ufficiali sono solo la punta dell’iceberg. Tutto è destinato a precipitare“.

Sempre Rizzi aveva fatto capire che la città di Bergamo, come ha poi sostenuto Di Marco, avrebbe pagato carissimo la diffusione del Coronavirus. Anche perchè le strutture ospedaliere non erano pronte a questa ondata di casi di contagio e di persone da ricoverare. “La maggior parte delle persone nella nostra zona è contagiata, il serbatoio di persone infettabili è finito. Non abbiamo screening di casi sommersi, ma sappiamo che molti muoiono in casa e nelle residenze sanitarie assistenziali. Poi ci sono gli altri morti: le emergenze e le urgenze prima venivano gestite in pochi minuti, adesso i tempi sono molto più lunghi“.

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