Coronavirus | Spike Lee: “Siamo in guerra, il cinema faccia passo indietro”

Spike Lee ha commentato positivamente la decisione, ufficializzata ieri sera, dello slittamento dell’edizione 2020 del Festival di Cannes di cui sarebbe dovuto essere presidente di giuria. Non sono ancora note le nuove date in cui si svolgerà la kermesse, ma gli organizzatori sperano di riuscirsi per la fine di giugno.

Il Festival di Cannes 2020 è stato ufficialmente rimandato a data da destinarsi (in estate, sperano gli organizzatori). La decisione è stata commentata positivamente anche da Spike Lee, che era stato scelto come presidente di giuria. L’attore ha parlato a Variety della difficile situazione mondiale causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19.

Le parole di Spike Lee

“Sono d’accordo al 100%”, ha detto il regista commentando il rinvio del festival francese che si sarebbe dovuto svolgere dal 12 al 23 maggio. “Il mondo è cambiato e sta cambiando ogni giorno”, spiega Lee. “Le persone muoiono e il Presidente francese ha detto più volte che siamo in guerra. Siamo come in tempo di guerra. Le cose che amiamo come il cinema, la tv, lo sport, l’NBA, il baseball devono fare un passo indietro”.

Siamo in guerra

Spike Lee ha quindi espresso parere favorevole alle misure di distanziamento sociale che, con grave ritardo e a macchia di leopardo, stanno per essere adottate anche in America, con la chiusura di cinema, teatri e luoghi di aggregazione come i pub. “Tante cose sono slittate e io sono d’accordo con questo cambiamento”, ha dichiarato Lee, che proprio oggi compie 63 anni.

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Confermata la presenza a Cannes

A proposito dell’ipotesi che il festival si svolga tra fine giugno e inizio luglio, il regista annuncia che si renderà disponibile a ricoprire il ruolo di presidente di giuria: “Non dimentichiamoci che è il festival più grande del mondo e io sarò il primo presidente nero. Non posso far finta di sapere cosa succederà domani. Tuti devono pregare, inginocchiarsi affinché si possa uscire da tutto questo, per trovare un vaccino e tornare in piedi dal punto di vista fisico, emotivo ed economico. Non si tratta di uno scherzo, non parliamo di film. Le persone stanno morendo”.

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