Ci sono circa centomila europei all’estero impossibilitati a rientrare in seguito all’emergenza coronavirus. La presidente della Commissione von der Leyen: “Lavoriamo per favorire il loro rientro a casa”
“Centomila europei sono bloccati all’estero in seguito all’emergenza coronavirus”. Lo annuncia la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un video apparso su Twitter nelle ultime ore. L’obiettivo è quello di favorirne il rientro, ritenuto complesso per l’alto numero di cittadini coinvolti. “Siamo qui – ha spiegato – per aiutare gli oltre 100.000 europei bloccati all’estero a tornare a casa. Lavoriamo a stretto contatto con i governi nazionali per riportarli in Unione europea. In tempi come questo è bello far parte di una forte comunità: la nostra Unione europea”.
Anche l’Italia si è attivata per consentire ai propri connazionali di far ritorno a casa. Da alcuni giorni l’Ambasciata d’Italia a Londra e i Consolati Generali a Londra e ad Edimburgo hanno attivato un gruppo di lavoro dedicato alla gestione dell’emergenza COVID-19. Valutare eventualmente un rientro via terra: sul motore di ricerca Omio si possono acquistare biglietti per gli autobus. È attualmente possibile transitare via Francia (per chi scegliesse tale ipotesi, è suggerito il sito internet del Ministero degli Interni francese. Possibili anche soluzioni aeree con scalo, prestando attenzione al fatto che diversi paesi europei stanno in questi giorni rivedendo le proprie disposizioni sul traffico in entrata e in uscita.
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Ue: “Serve Europa coesa e unita”
“Serve un’Europa unita, coesa, e siamo pronti a fare tutto il necessario i nostri cittadini e le nostre aziende” ha dichiarato Von Der Leyen. Ma è diversa la situazione per quanto riguarda le frontiere interne dell’Unione europea, gestite dai governi nazionali. Paesi come Germania, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Portogallo, Estonia e Spagna hanno notificato alla Commissione europea la reintroduzione dei controlli alla frontiera, dunque una sospensione del Trattato di Schengen. Alcuni Paesi, come Danimarca, Polonia e Repubblica Ceca, permettono solo ai cittadini residenti o con la nazionalita’ di quello Stato Paese di poter entrare nel proprio territorio. Altri, come il Belgio, si sono rifiutati di reintrodurre alcuni controlli alla frontiera.
“Esorto gli Stati membri ad adottare le loro misure nel pieno rispetto dei principi di proporzionalita’ e, soprattutto, di solidarieta’ tra gli Stati membri dell’Ue, oltre che di non discriminazione e delle norme Schengen applicabili” ha commentato Juan Fernando Lopez Aguilar, eurodeputato spagnolo e socialista presidente della Commissione giustizia e liberta’ (Live) del Parlamento europeo. “È fondamentale che, nell’adottare tali misure, non vi sia alcuna discriminazione tra i cittadini dell’Ue“, ha aggiunto Aguilar. La Commissione europea ha invitato gli Stati membri ad adottare misure che garantiscano la libera circolazione di prodotti essenziali, tra cui anche mascherine e respiratori, per cui e’ stato lanciato un appalto pubblico a cui hanno aderito per ora 24 Paesi Ue. La situazione resta in evoluzione anche considerato il continuo aumento dei casi in Europa e nel resto del mondo.