Coronavirus, nessun nuovo contagio in Cina: solo 34 malati “importati”

Coronavirus, nessun nuovo contagio in Cina: solo 34 malati “importati”

Controlli a tappeto al gate di arrivo dell'aeroporto di Shanghai Pudong (Photo by HECTOR RETAMAL/AFP via Getty Images)

Pechino saluta con soddisfazione dati finalmente positivi. Per la prima volta non ci sono contagiati che hanno contrato il coronavirus in Cina.

Controlli a tappeto al gate di arrivo dell’aeroporto di Shanghai Pudong (Photo by HECTOR RETAMAL/AFP via Getty Images)

Dati ottimistici

La Cina sembra davvero avere vinto la sua battaglia contro il Coronavirus per lo meno nella zona del focolaio iniziale, quello della provincia dell’Hubei e della sua capitale Wuhan. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza la Cina non segnala infatti alcun contagio domestico: i 34 casi di positività segnalati dal ministero della salute pubblica di Pechino all’Organizzazione Mondiale della Sanità riguardano persone malate che sono arrivate in Cina da fuori. Si tratta della prima volta dall’inizio dell’emergenza. Un grande segnale di ottimismo anche per il resto del mondo che si trova a dover affrontare oggi la stessa emergenza che la Cina ha vissuto sulla propria pelle fino a poche settimane fa.

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Attenzione ai contagi di rientro

Il dato che preoccupa Pechino, e che ha portato a ulteriori controlli e a un giro di vite sempre più stretto su voli e atterraggi provenienti dall’estero, è che i 34 casi di ieri “importati” da altri paesi sono molti, poco meno di un sesto del totale, troppi per un giorno soltanto. L’ultimo bollettino diramato da Pechino parla di sole otto vittime, tutte nell’Hubei, che portano il bilancio delle vittime a 3.245. Attualmente i casi accertati di contagio in Cina sono oltre 81mila ma la percentuale di guariti è notevolmente aumentata. Solo settemila persone sono in isolamento, la metà delle quali in ospedale con circa 700 persone in rianimazione e in pericolo di vita.

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(Photo by Hector RETAMAL / AFP) (Photo by HECTOR RETAMAL/AFP via Getty Images)

La Cina risponde all’OMS

Quanto all’allarme lanciato ieri dall’OMS, secondo il quale la Cina potrebbe adesso subire il cosiddetto ‘rebound’, e cioè il contraccolpo del contagio con una seconda ondata del virus che nel frattempo potrebbe essersi modificato, il ministero della sanità cinese si dice “attento”: “Non trascuriamo nulladice Ma Xiaowei, ministro della commissione straordinaria del governo di Pechinoe siamo ben consapevoli della capacità del coronavirus di evolversi ma la nostra priorità, come sempre, è quella di misurarci con dati certi. Le ipotesi possono essere utili e teniamo in considerazione le opinioni di tutte le istituzioni che in questa fase così delicata hanno collaborato con noi. Ora vogliamo andare avanti ed evitare qualsiasi conseguenza di errori di valutazione che tuttavia, i dati di oggi, non sembrano evidenziare”.