Continuano i nostri consigli per le vostre serate sul divano in questi giorni in cui siamo tutti costretti a rimanere a casa per limitare il contagio da nuovo Coronavirus. Il consiglio del giorno è Triple Frontier, imperdibile film d’azione muscolare e virile disponibile su Netflix.
Il consiglio di MeteoWeek su cosa guardare questa sera sul divano è il film Triple Frontier, disponibile su Netflix. Diretto da J. C. Chandor, uno dei nomi più interessanti del cinema d’azione moderno, il film ha tra i suoi protagonisti Ben Affleck, Oscar Isaac, Charlie Hunnam, Garrett Hedlund e Pedro Pascal.
Triple Frontier doveva essere originariamente diretto da Kathryn Bigelow, premio Oscar nel 2010 con il film The Hurt Locker (infatti anche questo è scritto da Mark Boal, suo abituale collaboratore). Negli anni, e dopo varie vicissitudini, il progetto è finito nelle mani di J. C. Chandor (e su Netflix invece che nelle sale cinematograficamente), trovando forse la sua dimensione perfetta. Il cinema essenziale di Chandor, rigoroso e asciutto, si adatta benissimo a questa storia di ex-militari che decidono di progettare una rapina dalla difficoltà elevatissima. La cosa davvero apprezzabile del cinema di J. C. Chandor è la grande calma con cui ogni situazione viene proposta allo spettatore (pur mantenendo un ritmo sempre alto), che si traduce in un controllo ferreo su ogni scena, capace così di far emergere le problematicità e la gravità delle situazioni mostrate tramite piccoli indizi e senza nessuna scena madre. Anche in Triple Frontier non c’è nessuna scoperta improvvisa o colpo di scena clamoroso, ma tutto viene rivelato un po’ alla volta (persino la comparsa di un uomo armato alle spalle dei protagonisti, da sempre momento topico di tensione cinematografica, non avviene mai di scatto ma sempre lentamente) perché le conseguenze delle azioni su schermo sono sempre più importanti delle azioni stesse.
Si tratta di un film con un cast all-star che punta molto sul carisma dei propri interpreti come faceva già I Guerrieri di Brian Hutton del 1970, ma che abbraccia molte delle tematiche che già avevano caratterizzato il cinema d’azione dell’epoca d’oro di Hollywood (basti pensare alle similitudini con Il tesoro della Sierra Madre, film d’avventura di John Huston del 1941, interpretato da Humphrey Bogart e vincitore di quattro premi Oscar). Come quel celebre film di John Huston, anche Triple Frontier non sembra imboccare una direzione univoca per il suo racconto, ma anzi mostra la difficoltà dell’impresa dei suoi protagonisti attraverso contesti sempre diversi. C’è una giungla, come è chiaro fin dall’inizio del film, ma ci saranno anche le montagne e le pianure.
J. C. Chandor è infatti un regista che trova la forza del suo cinema nei paesaggi che mette in scena, nelle condizioni atmosferiche che li scuotono e nelle regole peculiari di ciascuno scenario che i personaggi sono costretti a conoscere. Era così per il suo film nei mari in tempesta (All Is Lost) o ancora nel suo splendido noir ambientato nella New York del 1981 (A Most Violent Year). Non a caso, quindi, i confronti più determinati tra i cinque protagonisti avvengono sempre in luoghi simbolici che gli donano un valore che altrimenti non avrebbero.
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