Il paese reagisce in modo molto isterico alle notizie che rimbalzano da un lato all’altro degli USA: chi si licenzia, chi compra armi, chi trasforma la casa in una chiesa.
La giornata di ieri è stata di gran lungo la peggiore in assoluto in termini statistici: il ministro della salute parla di seimila persone contagiate e 118 morti. Ma quasi tutte le reti definiscono i dati “assolutamente parziali” perché ci sono decine di morti in piccoli e remoti villaggi che hanno tutti i sintomi del virus e dovrebbero essere analizzati con un tampone post mortem. Ma non hanno per ora nemmeno i tamponi per i vivi, perché non sono ancora arrivati.
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Ieri ha parlato il segretario di Stato per il ministero del tesoro di Washington Steven Mnuchin che ha citato dati drammatici: “La cosa peggiore in questo momento sarebbe non fare nulla – ha detto Mnuchin – senza un’azione decisa e coordinata anche con i sindacati e le industrie in poco tempo rischiamo di avere un tasso di disoccupazione al 20%”. Mnuchin ha concluso la riunione con i deputati della commissione economia, che coinvolge sia repubblicani che democratici, torvo in viso perché molti del suo stesso partito non condividono le sue idee e preferiscono aspettare perché sono convinti che la responsabilità di determinate decisioni debba cadere solo e soltanto su Trump. Mnuchin ha anche affermato di essere preoccupato che le conseguenze economiche della pandemia di coronavirus potrebbero essere peggiori della crisi finanziaria del 2008, secondo la fonte.
Il virologo americano William Casey ha dichiarato in televisione che se non altro il coronavirus farà danni ovunque, senza risparmiare nessuno: “È un gran bastardo – ha detto senza giri di parole – un nemico cui non manca il senso dell’ironia perché alla fine metterà nella stessa stanza il banchiere, lo speculatore di Wall Street con i loro autisti e maggiordomi. Non abbiamo mai vissuto niente del genere. Abbiamo una sola grande fortuna, le menti migliori del mondo nei migliori laboratori del mondo che sono quelli delle nostre università”.
Oggi l’analista della CNN Stephen Collins è anche più duro: “Serve una mobilitazione nazionale come dopo Pearl Harbour, o la calamità influenzale del 1918, la Grande Depressione e l’11 settembre. Ma ho l’impressione che questo messaggio non sia chiaro a tutti gli americani che guardano la tv con reazioni che vanno dall’inerzia all’isteria, come se stessero guardando un film. A San Francisco le persone sono state viste passeggiare, pattinare e andare in bicicletta: lo sanno comportandosi così, forse, sopravviveranno ma ammazzeranno qualcuno?”
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