Coronavirus, il fisico Sestili: “Siamo fuori dalla crescita esponenziale”

Quando rallenterà il contagio da coronavirus? Il fisico Giorgio Sestili: “Rispetto all’inizio dell’epidemia c’è stato un rallentamento, ora la partita si gioca al centro-sud. Il picco avverrà non prima del 25 marzo”

coronavirus -morti nel mondo

L’Italia viaggia alla media di 3.000 contagi giornalieri da coronavirus. Come si interpreta questo dato? E’possibile ipotizzare una data utile per il ‘picco’? Il fisico Giorgio Sestili – dedito all’analisi dei dati epidemiologici – ha spiegato intercettato da Today i possibili scenari. “Il dato di ieri, con quasi tremila nuovi contagiati, non lo definerei né positivo né negativo, ma si colloca all’interno di un trend che comunque ci aspettavamo.

La crescita è ancora importante nei numeri – avverte – ma allo stesso tempo i nostri grafici mostrano che siamo fuori dall’aumento esponenziale dei contagi che ha caratterizzato la prima fase dell’epidemia in Italia”. Rispetto ad allora “c’è stato un rallentamento – sottolinea -, ma i casi continueranno a crescere in maniera sostenuta anche nei prossimi giorni. Non possiamo farci illusioni da questo punto di vista, ma esistono anche delle motivazioni per sperare”.

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“La partita si gioca al centro sud”

Picco è la parolina magica degli ultimi giorni. Non esistono, però, scadenze precise. Secondo Sestili occorre prudenza. “Allo stato attuale c’è un margine di errore ancora troppo ampio che stimiamo in circa venti giorni. Il che significa che potrebbe essere compreso tra il 25 marzo e il 15 aprile. Quest’incertezza dipende soprattutto dai dati del centro-sud, perché adesso tutta la partita si gioca al centro-sud”.

“Nei grafici – prosegue lo studioso – vediamo che in queste regioni c’è una crescita consistente dei contagiati, anche se se ne parla poco perché i numeri sono ancora piccoli e non fanno impressione. Però bisogna guardare ai trend, e i trend ci dicono che la crescita è importante. È anche vero – osserva Sestili – che oggi noi vediamo e registriamo i casi di chi ha contratto il virus 10-14 giorni fa, quando ancora non c’era il lockdown e la zona rossa estesa. Il punto è che se in alcune regioni come il Lazio, la Puglia e la Campania, la curva non rallenta allora potremmo trovarci nei guai. Se invece, come noi ci auguriamo e crediamo, le misure di lockdown cominceranno a dare i loro effetti tra qualche giorno, allora possiamo sperare di uscire dalla crisi in tempi più rapidi”.

Secondo il fisico, infine, per raccogliere i frutti delle misure di contenimento bisognerà aspettare almeno una settimana. “Difficilmente il picco arriverà prima del 25 marzo – conclude Sestili – ma ci auguriamo naturalmente di sbagliare. Noi tutti ci auguriamo che arrivi prima”.

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