Coronavirus, come si comportano all’estero: il confronto con l’Italia

Date diverse rispetto all’Italia per la chiusura delle scuole. Aperti i negozi di generi di prima necessità, chiuse le chiese oltre a bar e ristoranti. Regno Unito unica eccezione per tutto.

italia europa

Il modello italiano in tema di Coronavirus sta facendo scuola in giro per il mondo. Già nella conferenza stampa svolta due giorni fa, il presidente francese Macron aveva ammesso che le decisioni prese dal nostro Governo verranno sposate in toto. Ma anche in altri Paesi europei e internazionali, i decreti e le restrizioni applicate dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte fanno scuola. Andiamo dunque a vedere come procede la lotta al contagio e la prevenzione dal Coronavirus in giro per il mondo.

Scuole chiuse, in Italia e all’estero

Partiamo proprio dalle scuole, che in Italia resteranno chiuse fino al prossimo 3 aprile. Ma anche nelle altre nazioni del Vecchio Continente gli edifici scolastici e gli atenei sono stati chiusi. In primis in Grecia, dove il provvedimento è stato preso all’inizio della scorsa settimana. A casa anche gli studenti spagnoli, con il Governo che ha ordinato la chiusura delle scuole a partire da lunedì. Stessa data prefissata per la Francia, che lo scorso 16 marzo ha stabilito lo stop alle attività scolastiche e universitarie.

In Germania la chiusura delle scuole e degli atenei andrà in vigore fino al prossimo 20 aprile. L’unica eccezione – ma non riguarderà solo le scuole – è rappresentata dal Regno Unito. Stando a quanto si legge sul The Guardian, però, sono già emersi i primi istituti che non potranno assicurare il servizio a causa della carenza di personale. Ciò è legato al fatto che diversi assistenti scolastici hanno deciso di restare a casa, in isolamento volontario domiciliare per sè e per i propri cari.

I pub inglesi sono al centro di un caso in Gran Bretagna – meteoweek.com

I supermercati restano aperti

Uno dei pochi casi in cui tutte le nazioni europee vanno d’accordo riguarda l’apertura dei negozi che vendono generi di prima necessità. Sia i supermercati che le farmacie resteranno aperti in tutto il Vecchio Continente. C’è da dire che altri Paesi europei erano stati piuttosto di manica larga per quel che riguarda le altre rivendite. Ad esempio, dalla giornata di ieri in Spagna c’è stata una stretta definitiva per quanto riguarda gli altri negozi, che fino allo scorso weekend stavano lavorando in maniera regolare.

Anche la Germania si è adeguata. Il cancelliere Angela Merkel ha parlato, come si legge su Agi, di “misure senza precedenti” per la gestione degli esercizi commerciali. Quelli che rimarranno aperti sono tenuti a garantire “condizioni di igiene, controllo degli accessi ed eliminazione delle code”. In Gran Bretagna, invece, non è stato ordinato lo stop ad alcuna attività commerciale. I negozi britannici, dunque, potranno rimanere regolarmente aperti.

La polemica riguarda anche la gestione dei bar e degli altri servizi di ristorazione. Lo stop ha riguardato sia l’Italia che la Spagna a stretto giro di posta, ma anche la Francia si è adeguata. In Germania, invece, i locali continuano a lavorare, pur chiudendo alle ore 18. Ma è shockante la decisione del Regno Unito di non chiudere nulla, lasciando la scelta ai singoli esercenti i quali, non potendo fare ricorso ad assicurazioni per la chiusura, scelgono di correre il rischio e restano aperti.

Si prega a Stati alterni

Le chiese rimangono chiuse, in Italia e non solo – meteoweek.com

Decisamente più contrastanti le posizioni prese dai vari Paesi per quanto riguarda le chiese. In Italia, come sappiamo, le funzioni religiose sono sospese e nella maggior parte dei casi si ricorre alla diretta streaming. In Spagna, invece, le celebrazioni vanno avanti senza la necessità di mantenere distanze o altre misue di sicurezza. La Francia si è più o meno allineata all’Italia, con i luoghi di culto che restano aperti ma con le funzioni religiose sospese.

Infine c’è la questione Regno Unito. Il premier Johnson ha deciso di non prendere posizione in tal senso, tanto che è intervenuta la Chiesa anglicana. Gli arcivescovi di York e di Canterbury hanno deciso di sospendere le celebrazioni fino a nuovo avviso.

Gestione cookie