Gli psicologi sostengono che le persone “sole” hanno generalmente una percezione del pericolo più alta. Ciò significa che sperimentano livelli di stress altissimi e che in tempo di quarantena potrebbero sviluppare delle forme di stress post traumatico. E’ quanto dichiara la Società italiana di Psicologia.
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Attenzione alla solitudine. State accanto a chi è solo!
La pandemia di Coronavirus ha tantissimi effetti negativi e non solo per la sanità, la politica e l’economia. Si tratta di conseguenze pesanti per la sfera psicologica. La quarantena sta mettendo milioni di persone nel mondo a dura prova, ma secondo gli esperti chi avverte di più gli effetti di questo dramma contemporaneo sono coloro che non hanno famiglia, nè un partner su cui poter fare affidamento.Lo ha dichiarato la Sipem che è un cento specializzato ed i altissima competenza.
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Le persone che soffrono di solitudine sono in questo momento, le più fragili!
La diffusione del virus ha costretto milioni di persone a restare in casa. Chi ha famiglia può contare sull’aiuto dei propri cari o del convivente, marito, moglie e così via. Ma chi vive da solo non ha purtroppo interazioni sociali, in questo delicato momento. Gli esperti ritengono che proprio per questo motivi le persone sole potrebbero sviluppare delle forme “ossessive”: in altre parole, non avendo la possibilità di comunicare in modo diretto, potrebbero trascorrere il tempo a rimuginare, alimentando stress ed ansia.
Lo stress, come sappiamo, aumenta il livello di cortisolo, innescando una serie di conseguenze a catena di certo non salutari per il benessere fisico.A rischiare di più sono gli anziani. Cosa allora per salvaguardare la saluta fisica e mentale di chi è a casa da solo?
Le nuove direttive del Governo ci impongono di restare a casa e di limitare i contatti sociali. La tecnologia può però aiutarci a sentirci più vicini. Per quanto riguarda gli anziani, basterà una telefonata, un “ciao, come stai?”, per farli sentire meno soli.