Da giorni si registrano donazioni estremamente generose per gli ospedali e le fondazioni che arrivano non solo da famiglie e uomini della strada ma anche dalle imprese più ricche del paese.
Per molti fare beneficienza è quasi uno status symbol: pochi sono quelli che lo fanno silenziosamente, senza dire nulla, con una telefonata e un bonifico anonimo. Ma è un dato di fatto che in questa era di social se non ci fossero statti anche i cosiddetti influencer oggi ci sarebbero state molte meno risorse sulle quali contare. Si stanno costruendo padiglioni ospedalieri, si stanno donando mascherine e tamponi dove la situazione sia da un punto di vista diagnostico che di assistenza era drammatica. Ognuno per quanto possibile cerca di fare la propria parte.
Con una donazione da 10 milioni di euro, Silvio Berlusconi lunedì scorso ha deciso di mettere mano al portafoglio in modo consistente. E, strano a dirsi, ma la sua donazione sarebbe passata sotto silenzio se non fosse stata resa pubblica dal governatore di Milano Attilio Fontana. D’altronde non è un mistero che il fondatore di Mediaset e Fininvest, in modo più o meno clamoroso, di donazioni ne abbia sempre fatte tante nei confronti di numerose associazioni – in particolare il San Raffaele di Milano. Una delle sue creature, Mediafriends, ogni anno raccoglie milioni e milioni di euro per ricerca e ospedali. I soldi di Berlusconi finanzieranno 400 posti di terapia intensiva al polo ospedaliero della Fiera in frenetica costruzione.
Altri 10 milioni sono arrivati dalla famiglia Agnelli e dal gruppo Fiat Chrysler attraverso la Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi. Serviranno per acquistare kit diagnostici e ventilatori per la respirazione assistita a Torino e in Piemonte. Giuseppe Caprotti jr., il figlio del leggendario fondatore della catena di supermercati Esselunga ha donato anche lui altri 10 milioni di euro dal proprio patrimonio personale.
Si calcola che le donazioni private e anonime arrivate negli ultimi quindici giorni sfiorino i 100 milioni di euro… ma non c’è da sorprendersi: perché dove lo Stato arriva fino a un certo punto ecco arrivare la generosità degli italiani che tra arance della salute, mele della ricerca, gerani della solidarietà e domeniche benefiche di ogni ordine e grado sovvenzionano la ricerca in un paese che l’ha abbandonata da un pezzo nonostante un ministero che la dovrebbe finanziare.
In un momento di fortissimo stress e di incertezza è da registrare l’iniziativa della Intesa Sanpaolo che ha avviato un pacchetto dal valore complessivo di 15 miliardi a sostegno delle piccole e medie imprese italiane. Sono tanti soldi… tantissimi, quasi un punto del PIL. “In primo luogo ci sarà un plafond di 5 miliardi per nuove linee di credito aggiuntive rispetto a quelle preesistenti – spiega l’amministratore delegato Carlo Mesina. “Parliamo linee di credito di 18 mesi, di cui 6 di pre-ammortamento, con condizioni favorevoli, a cominciare dalle spese di istruttoria. E poi ci saranno altri dieci miliardi di liquidità per i clienti Intesa, grazie a linee di credito già deliberate a loro favore e ora messe a disposizione per finalità ampie e flessibili come la gestione dei pagamenti urgenti”. Aspettando che passi la nottata.
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