Il coronavirus, soprattutto nel nostro Paese, continua a mietere vittime; i dati analizzati, però, mostrano che 7 morti su 10 sono maschi, e la scienza ha provato a dare alcune spiegazioni in merito alla faccenda.
Sono molti, troppi coloro che purtroppo non riescono a vincere la battaglia contro il Covid-19. In Italia si sono superati ormai i 2.500 decessi, mentre nel mondo il bilancio si attesta a oltre 8mila. In una conta così drammatica, però, le analisi dimostrano che a morire di coronavirus sono soprattutto i maschi.
Secondo quanto confermato da un rapporto dell’Istituto superiore di sanità, che ha analizzato il sesso delle vittime del virus, 7 morti su 10 sarebbero appunto uomini. Le ipotesi in merito a una simile statistica sono almeno tre, almeno secondo quanto è stato raccolto finora da alcuni luminari.
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Il Coronavirus uccide di più di maschi: 3 possibili ipotesi
I numeri parlano chiaro: negli uomini, la letalità del nuovo coronavirus è pari al 7,2%, mentre per le donne si attesta sul 4,1%. Tuttavia, se si prende in considerazione la fascia di pazienti compresa tra i 70 e i 79 anni di età, la letalità tocca quasi l’8% nei primi e scende invece al 2% nelle seconde.
Al momento non c’è una spiegazione accertata e assoluta, in grado di risolvere il mistero dietro questa casistica: su questo servono studi approfonditi e serve analizzare attentamente tutte le cartelle cliniche delle persone decedute. Al momento, però, sono tre gli esperti medici che hanno cercato di circoscrivere alcune ipotesi in merito alla situazione.
Secondo quanto riferito in un’intervista per Repubblica da Guido Bertolini, epidemiologo dell’istituto Mario Negri di Bergamo, la causa della differenza di letalità che intercorrere tra uomini e donne potrebbe essere legata alla produzione ormonale. Questo poiché, infatti, gli uomini producono maggiormente androgeni, mentre le donne estrogeni, ormoni che tendenzialmente potrebbero renderle più resistenti al virus. Eppure, ciò che non convince di tale teoria è la questione della menopausa, periodo della donna in cui la produzione degli estrogeni diminuisce sensibilmente.
L’ipotesi proposta dal virologo Fabrizio Pregliasco, allora, prende in considerazione una potenziale differenza genetica tra gli uomini e le donne, secondo la quale sussisterebbe una differenza nell’espressione di una particolare proteina. Come riferisce il Giornale, infatti, Pregliasco avrebbe indicato come non sia da escludere che “ci sia un aspetto genetico legato agli enzimi sul cromosoma X e per questo le donne riescano ad essere più immuni”.
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Ultima ipotesi avanzata, infine, è quella di Silvio Garattini, fondatore dell’ Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Garattini propone come spiegazione la differenza di abitudini e stili di vita che sussistono tra le donne e gli uomini. In particolare, dato che il Covid-19 aggredisce soprattutto le vie respiratorie, e dato anche che la vulnerabilità polmonare dovuta alle sigarette è meno diffusa tra le femmine, le donne risulterebbero più resistenti agli effetti collaterali della malattia.