Il giornalista aveva 69 anni, era romanista fino al midollo, con l’anima di chi la capitale la sente davvero nel cuore: lascia una moglie e due figli.
Aveva il piglio tipicamente romano di chi la sa, ma non la racconta, quegli occhi attenti e vivaci che coprivano tutto il tavolo da gioco scovando la tattica migliore per vincere la mano ma soprattutto il carattere dell’innovatore che crede in un’idea anche se non è ancora stata raccontata. Si è spento a 69 anni Massimo Ruggeri, di notte, senza far rumore anche se l’eco della sua scomparsa ha piegato tutta la città nelle ore successive. Se n’è andato senza accorgersene, lui che era la colonna portante della Roma verace e sincera, della Signora in Giallorosso, il suo progetto più riuscito.
Era un esperto giocatore di bridge, un uomo affascinante e un giornalista straordinario, di quelli che oggi sono quasi del tutto scomparsi. Nel suo salotto si sono alternati tantissimi tra calciatori ed ex, dirigenti, molti dei quali sono cresciuti professionalmente nella sua trasmissione e grazie ai suoi insegnamenti.
Tantissimi i messaggi di solidarietà e di affetto per la famiglia da parte dei tanti colleghi. Non poteva mancare quello della Roma, grande amore e lavoro di una vita intera, che lo ha voluto salutare con riconoscenza dopo anni di strada insieme: «Un Signore in Giallorosso, ciao Massimo».
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