Coronavirus, Veneto: “Misure più dure, un tampone non fa male a nessuno”

La Regione Veneto si allinea al pensiero e alla lotta di inasprimento delle prescrizioni portata avanti da Fontana, in Lombardia: come sostenuto da Luca Zaia, per combattere il coronavirus serve “rinnovare e inasprire” le misure anti contagio.

luca zaia - coronavirus veneto tamponi

In merito alla delicata situazione d’emergenza coronavirus si è espresso Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Ciò che avanza Zaia, infatti, è una proposta al Governo d’impegno al rinnovo e all’inasprimento delle misure contro la diffusione del Covid-19. “Basta passeggiate collettive, e negozi aperti di domenica”, ha infatti sostenuto nell’ultima conferenza stampa in diretta social.

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E persevera nella sua campagna di controllo di massa, secondo la quale è di fondamentale importanza non usare con parsimonia i tamponi e i test sul virus. “Un tampone non fa mai male a nessuno, e anche ne trovassimo solo uno positivo, ne eviteremmo altri 10″, ha infatti esordito il governatore.

Una campagna che ha già trovato, tra le fila dei sostenitori, anche Matteo Salvini. Lo stesso leader del Carroccio, infatti, ha dichiarato: “Sui tamponi a tappeto Zaia ha detto che se ne frega del bilancio? Fa bene, in un momento di emergenza economica l’unica cosa su cui non puoi risparmiare è la salute. In questo momento è giustificato che i Governatori facciano tutto quello che è umanamente possibile”.

Coronavirus, in Veneto tamponi per tutte le categorie a rischio

La “caccia al contagiato” inizierà subito dopo aver prima testato le condizioni di salute delle categorie a rischio. Saranno allora 54mila dipendenti del sistema sanitario, con 3.150 medici di base ad aprire le danze dei test di massa. Poi, si provvederà a controllare “on the road” anche gli altri corregionali. Ma attenzione, come specifica bene il prof. Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia e Virologia di Padova, “non saranno ‘tamponati’ tutti i veneti, sarebbe uno spreco di risorse”.

Coronavirus, Fnomceo:"Tampone per i medici, anche asintomatici"
foto di repertorio (GettyImages)

E allora, Crisanti ha spiegato: “La casalinga che sta bene, ed esce con la mascherina per fare la spesa non ha bisogno del test. Invece i contatti di un malato, quelli sì sono a rischio. L’obiettivo è trovare i portatori sani, chi sta vicino ai contagiati. Se una persona telefonerà segnalando sintomi da Coronavirus, manderemo i sanitari a fare il tampone a lei, ai familiari e agli inquilini del palazzo. Useremo quelli che stanno male come sentinelle per uno screening diffuso”. Ad ogni modo, si sottoporranno al tampone anche le altre  categorie a rischio, come i cassieri dei supermercati, o gli impiegati a contatto col pubblico.

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I numeri non calano in Veneto: “non date notizie positive”

La necessità di portare avanti quella lotta al coronavirus armata di tamponi, però, è dovuta anche al fatto che in Veneto i numeri di contagio non stanno affatto diminuendo. “Non date notizie positive, adesso non ci aiuta“, ha esordito Zaia mentre era intervistato dai media; ai quali, tra l’altro, ha anche lanciato un rimprovero: “chi dice ‘muoiono solo gli anziani’ dovrebbe vergognarsi“.

Sempre per tentare di arginare l’emergenza da Covid-19, inoltre, nella Regione verranno effettuati controlli più serrati nelle aziende (circa “un centinaio al giorno”), per verificare che tutte rispettino le misure e le prescrizioni imposte dal decreto.

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