In Cina il primo gruppo di personale sanitario, circa 3675 tra medici e infermieri, lascia l’Hubei, la regione focolaio del Coronavirus, per fare rientro a casa.
I media cinesi annunciano che il primo gruppo di medici e sanitari che hanno lavorato a Wuhan, focolaio dell’epidemia di Coronavirus, stanno lasciando la regione dell’Hubei per far rientro a casa.
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La quarantena è iniziata il 23 gennaio scorso. Per più di cinquanta giorni a Wuhan nessuno è potuto entrare, nessuno è potuto uscire e gli spostamenti all’interno della città sono stati inibiti fino allo stop completo di tutti i mezzi pubblici e privati.
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Nei mesi passati in Hubei ci sono stati 67mila contagi e 2803 decessi, di cui 49mila contagi e 2227 morti solo a Wuhan, il capoluogo della provincia di Hubei.
Da oggi ha Wuhan è entrata in vigore la quarantena obbligatoria di 14 giorni. Tutti coloro che arriveranno dall’estero saranno obbligato all’isolamento a proprie spese.
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Intanto le autorità locali hanno deciso che la registrazione dei matrimoni può riprendere, visti i dati rassicuranti sul contagio: ieri a Wuhan è stato registrato un solo nuovo caso positivo.
Cosa sta accadendo nel Sud Est asiatico
Ieri uno studio sul Coronavirus affermava che forse il caldo avrebbe ridotto la capacità di contagio del virus, ma nel Sud Est asiatico si stanno registrando sempre più casi. La situazione in Malesia, nelle Filippine e in Tailandia è preoccupante, i contagi continuano ad aumentare e i numeri non fanno ben sperare.
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In Malesia i positivi sono saliti a 550, dopo un incontro religioso nella capitale dove si sono riunite più di 16mila persone. Nelle Filippine i casi sono diventati 140 e le autorità locali sono state obbligate a chiudere la capitale Manila e l’isola di Luzon. In Tailandia ci sono stati 30 nuovi casi e adesso le persone contagiate sono circa 180.