Irrational Man, film di Woody Allen del 2015 con Emma Stone e Joaquin Phoenix, è disponibile per tutti gli abbonati Netflix. Ecco perché vederlo in questi giorni in cui siamo fermi a casa.
Per questi giorni in cui siamo costretti a casa per limitare la diffusione del contagio da nuovo Coronavirus, vi consigliamo alcuni film da vedere su Netflix. Irrational Man, diretto da Woody Allen, vede Joaquin Phoenix nel ruolo del professore di filosofia Abe Lucas, incapace di trovare alcun senso o scopo nella propria vita. Una volta arrivato nel college di una piccola cittadina, l’uomo comincia a frequentare due donne: una di queste è Jill Pollard, interpretata da Emma Stone, brava studentessa che cambierà il suo modo di vedere le cose.
Irrational Man arriva solo un anno dopo Magic in the Moonlight, film con Colin Firth e (ancora) Emma Stone che aveva inaugurato una ideale sequenza insolitamente ottimista per il maestro americano (ottimismo che già nel 2016, con lo splendido Café Society, sarà destinata ad interrompersi). Il film, immediatamente precedente all’inizio del sodalizio con il direttore della fotografia Vittorio Storaro, che cambierà ancora una volta in modo radicale il cinema alleniano, vive delle luci e dei colori di Darius Khondji (il direttore della fotografia che già aveva fatto innamorare il pubblico con i suoi gialli “artificiosi” di Midnight in Paris e che ora invece gioca con le tonalità del verde e del rosso). L’ottimismo del film (sempre precario, ovviamente) viene veicolato da Emma Stone, a cui Woody Allen sembra consegnare la gioia inesauribile di possedere un corpo giovanile e di essere giovani.
Mai un suo personaggio era sembrato così felice della propria età, così gioiosamente adatto ad esprimere il meglio della fase della vita che attraversa con il proprio corpo e il proprio modo di fare. Al contrario, il professore di filosofia interpretato da Joaquin Phoenix è un uomo trascurato, con la pancia in evidenza sotto la maglietta sbiadita e inerte guidatore di una vecchia Volvo scassata. Sarà un omicidio il mezzo per riacquistare consapevolezza di sé, come già altre volte capitato nel cinema di Woody Allen, in cui la morte violenta non è mai la causa scatenante di un intreccio giallo ma il mezzo per accedere ad una nuova condizione esistenziale (quasi sempre arrivo e mai inizio di una narrazione). L’omicidio non è strumento di miseria umana ma di elevazione. La logica che guida le azioni di Abe Lucas è la stessa che guidava le azioni del Boris interpretato da Larry David in un altro celebre film alleniano: Basta che funzioni.
Ma il fatto che Irrational Man sia un film sostanzialmente diverso dagli ultimi lavori di Woody Allen lo capiamo fin dai titoli di testa. Non c’è nessuna musica jazz ad accompagnare lo scorrere dei nomi, ma un silenzio ambientale che ci indica fin da subito un cambiamento del paesaggio sonoro nel cinema alleniamo. La colonna sonora è infatti movimentata da un blues ruvido e incostante, musica fieramente “black”, sostenuta dal pianoforte e non dal classico sax tipico dei film di Allen e, quando serve, addirittura contaminata da invasioni classiche e sinfoniche.
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