Dopo le indiscrezioni secondo le quali gli Stati Uniti sarebbero pronti a investire miliardi per avere in esclusiva un vaccino e che sostengono che la Germania aveva previsto l’esplosione del coronavirus già a settembre, un’altra rivelazione scuote l’Europa.
Londra sapeva
La notizia viene pubblicata dal The Guardian, quotidiano britannico che certo non è noto per le sue sparate sensazionalistiche gratuite. Il quotidiano è edito da una fondazione indipendente fuori dai grandi gruppi editoriali e, facendo fede al suo nome, ha sempre fatto del giornalismo di inchiesta il suo cavallo di battaglia scoprendo notizie che a volte hanno anche cambiato il corso della storia.
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Il dossier
È proprio The Guardian il primo a rivelare l’esistenza di un dossier redatto dal servizio nazionale britannico – l’NHS – che già alcune settimane fa aveva stilato una serie di fattori di rischio davvero allarmanti per il Regno Unito. Il documento parla di conseguenze drammatiche: un contagio sull’80% della popolazione, non meno di otto milioni di ricoveri e un tragico aumento dei decessi.
Un anno di virus
Secondo l’NHS l’epidemia è destinata a durare non meno di un anno, fino alla primavera del 2021: il documento è redatto dal professor Chris Whitty, responsabile medico del Regno Unito e consigliere di riferimento del premier Boris Johnson. Il premier britannico è stato ripetutamente attaccato dalla stampa e dalle opposizioni circa l’efficacia e la tempestività dei provvedimenti adottati fin qui per contenere l’epidemia.
Le accuse a Johnson
Il National Health System ritiene che questa sia la peggiore emergenza sanitaria del Regno Unito dai tempi della grande peste del 1665, 100mila morti solo a Londra, e dell’influenza spagnola. Il testo viene rivelato dalla stampa proprio mentre Matt Hancock, ministro della Sanità del governo Johnson (accusato da più parti d’aver seguito finora una strategia attendista e avventata), ha confermato l’intenzione di far scattare entro poco più d’un mese, con un decreto che dovrebbe essere varato entro pochi giorni, una quarantena generalizzata fino a 4 mesi per tutti gli ultrasettantenni del Paese.
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Le abitudini cambieranno
La Gran Bretagna dovrà rinunciare per molti mesi a qualsiasi evento pubblico: sport, concerti rock, festival, fiere. Un danno incalcolabile per il paese che si trova in un momento di grande incertezza dopo la concretizzazione della Brexit. Pub e ristoranti chiusi, tutto il personale medico e sanitario – anche quello in pensione – reintegrato in servizio. Alberghi chiusi e loro eventuale requisizione per allestire nuovi posti letto. Ma anche disponibilità di tutte le aziende elettrotecniche del paese per la realizzazione di supporti medici.