Emergenza coronavirus, l’Oms parla chiaro: “I Paesi devono fare più test, non si combatte il fuoco con gli occhi bendati”
A parlare è il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus nel corso del briefing sull’emergenza coronavirus: “Il nostro messaggio chiave è: test, test, test“, su ogni caso sospetto. E aggiunge: “I Paesi devono fare più test, non si combatte il fuoco con gli occhi bendati”. Una scrupolosità giustificata da dati sempre più preoccupanti: il numero di casi fuori dalla Cina ha superato il numero dei casi interni al Paese asiatico. Per questo il numero di tamponi effettuati nei vari Paesi non basta, va assolutamente incrementato. “Abbiamo assistito a una rapida escalation delle misure di distanziamento sociale, come la chiusura delle scuole e la cancellazione di eventi sportivi, ma non abbiamo visto un’escalation abbastanza urgente nei test, nell’isolamento e nel tracciamento dei contatti”, ha dichiarato il direttore dell’Oms.
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Il lockdown sta dunque dando una mano su larga scala, ma è necessaria una maggiore tempestività sull’individuazione dei contagi e sul loro immediato isolamento. “Il modo più efficace per prevenire le infezioni e salvare vite umane è rompere le catene della trasmissione. Per farlo, è necessario testare e isolare. Non si può combattere un fuoco con gli occhi bendati. E non possiamo fermare questa pandemia se non sappiamo chi è infetto”, ha aggiunto Ghebreyesus. E ancora: “Questa è la crisi sanitaria che segna la nostra epoca. I prossimi giorni, settimane e mesi saranno un test per la nostra risolutezza e la nostra fiducia nella scienza e un test per la solidarietà. Crisi come questa tirano fuori il meglio e il peggio dell’umanità”.
Coronavirus, l’Unione europea si riorganizza
L’Unione europea pensa a un isolamento totale: “Ho informato i leader del G7 che ho proposto di introdurre una restrizione temporanea per tutti i viaggi non essenziali verso l’Ue. La restrizione è prevista per trenta giorni, da prolungare se necessario”, afferma Ursula von der Leyen. La nuova proposta della Commissione dovrà essere approvata dai singoli stati membri del Consiglio europeo.
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La proposta della Commissione Ue di chiudere i confini esterni dell’area Schengen prende atto, quindi, delle azioni unilaterali degli Stati singoli. Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Danimarca, Polonia, Lituania, Germania, e Svizzera hanno già chiuso le frontiere interne. Ma l’Europa precisa che il coronavirus “è già in tutti gli Stati membri, perciò chiudere le frontiere (interne) non è necessariamente il modo migliore di garantire” un contenimento dell’epidemia. Comunque, in attesa di direttive generali più precise, ora la priorità resta una: non discriminare nessun cittadino Ue e di garantire la circolazione di cibo e medicinali.