Nel consiglio direttivo della Banca Centrale Europea c’è un italiano, che garantisce che la BCE farà la sua parte durante e dopo la crisi, anche per i paesi più colpiti come l’Italia.
L’ex direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta è in missione a Francoforte. Oggi è uno dei membri più accreditati del comitato esecutivo della BCE e con le sue decisioni contribuisce a influenzare la vita di molti milioni di persone. Dal suo atteggiamento possono cambiare i destini di una grande operazione internazionale che coinvolge banche e governi. Oggi l’emergenza coronavirus ha reso tutti i mercati estremamente instabili e incerti. Chi meglio di lui può aiutarci a capire se il futuro dell’Europa sarà solido anche dopo l’epidemia?
“L’euro è solido – risponde Panetta in una lunga intervista al Corriere della Sera – su questo non ho alcun dubbio. Abbiamo già superato momenti difficili durante la recente crisi finanziaria grazie agli sforzi dei cittadini europei. Ora, in un momento così difficile, è importante che governi nazionali e istituzioni europee attuino politiche comuni, oltre che tempestive. In queste ore stiamo lavorando alla riunione di domani dell’Eurogruppo: va data una risposta comune alla crisi che, voglio ricordarlo, affligge tutti i paesi europei. E la Bce lavora con l’Europa per rafforzare quella risposta”.
Dopo le parole della presidente della BCE Lagarde che aveva detto che il ruolo della Banca centrale non fosse quello di ridurre lo spread si sono registrate molte critiche: “Abbiamo già dimostrato di essere in grado e pronti a fare la nostra parte. Al di là di singoli episodi che possono verificarsi in momenti concitati, di grande lavoro e di forte tensione, la Bce e le banche centrali nazionali hanno deciso di intervenire con forza e di applicare tutta la flessibilità necessaria in questo momento, e sono decise a prendere ulteriori misure se necessario. Oggi servono soprattutto i fatti, e noi faremo tutto ciò che dobbiamo, coerentemente con il nostro mandato».
La BCE insomma sta già facendo la sua parte e continuerà a farlo: “La politica monetaria sta sostenendo le famiglie e le imprese – dice Panetta – mantenendo i tassi d’interesse eccezionalmente bassi, addirittura negativi, e mettendo le banche in condizione di continuare a finanziare l’economia. Le misure che abbiamo appena adottato spingeranno a non tagliare il credito all’economia reale, se possibile ad aumentarlo. Le banche possono ora ottenere prestiti dalla Bce per 3.000 miliardi di euro alle condizioni più favorevoli mai registrate. Ci aspettiamo che queste misure aiutino i settori più colpiti dalla crisi, in particolare le piccole e medie imprese che svolgono un ruolo chiave nel sistema produttivo italiano. Ma il ruolo della BCE è anche di vigilanza bancaria. Siamo già intervenuti per evitare che la crisi impedisca alle banche di sostenere l’economia”
Il crollo delle borse di giovedì aveva fatto temere il peggio: “Siamo subito intervenuti riducendo il costo dei finanziamenti alle banche, a patto che queste – a loro volta – trasferiscano a famiglie e imprese i fondi così ottenuti; di fatto, abbiamo ridotto ulteriormente il costo del credito all’economia. Abbiamo deciso misure volte ad allentare i criteri di idoneità applicabili alle attività che le banche utilizzano come garanzie nelle nostre operazioni di rifinanziamento. Abbiamo ampliato, di 120 miliardi, il programma di acquisto di titoli, che consente di far fronte a tensioni sui mercati”.
È una crisi comunque diversa da quelle che sono state già affrontate: “Nelle due settimane che hanno preceduto la riunione del Consiglio Direttivo della BCE, i mercati sono caduti più velocemente di quanto successe al tempo del fallimento di Lehman Brothers. Lo shock di oggi è più complesso e potenzialmente di maggiore portata. Il rischio di una rapida diffusione del virus ci sta portando a modificare la vita di tutti giorni di ognuno di noi molto più di quanto avvenne dieci anni fa. Basta guardarsi attorno tra scuole e negozi chiusi. Dipenderà molto dalle politiche che attueremo, e questo magari potrà comprimere la crescita di qualche punto percentuale non solo per l’Italia ma anche gli altri paesi europei. Sarà utile che le ultime tensioni geopolitiche si affievoliscano: questo rafforzerà la fiducia di mercati. Non possiamo permetterci altri shock come guerre valutarie o commerciali”.
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