Data la delicata situazione in cui versa ora l’Italia, stretta dalla morsa di un contagio che non si ferma e da misure draconiane che stanno rallentando pesantemente l’economia, il governo Conte ha già elaborato una bozza composta da 113 articoli atti a risollevare le condizioni del Paese.
Secondo quanto riportato dalle penne dell’ANSA, che hanno avuto modo di visionare in anticipo quanto sarà varato prossimamente a favore di un rilancio economico del Paese, sanità, famiglie, imprese e lavoratori saranno i protagonisti principali del prossimo decreto anti-Coronavirus. Tuttavia, si parla anche di aiuti specifici per il settore del turismo, irrimediabilmente penalizzato in questo periodo di paura e incertezze, così come di una nuova spinta alla produzione italiana di mascherine chirurgiche.
In buona sostanza, sarebbero allora 113 articoli che compongono la bozza del prossimo decreto; bozza che è possibile già analizzare, ma che è bene sottolineare potrà sempre essere soggetta a revisioni e modifiche. Quello che già l’ANSA ha quindi riportato in “anteprima”, potrebbe essere leggermente diverso rispetto a quanto finirà sul tavolo del Consiglio dei ministri questa sera.
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Decreto anti-Coronavirus: aiuti per le famiglie
Sono 113 gli articoli facenti parte della bozza del decreto anti-Coronavirus, un “salva economia” dalla portata di 15 miliardi di euro per i prossimi interventi di manovra. Articoli che riguarderanno principalmente famiglie, lavoratori e sistema sanitario.
Per ciò che concerne le famiglie, verrà disposto un congedo parentale extra di 15 giorni al 50% della retribuzione. Questo vale per tutti quei genitori che hanno figli sotto i 12 anni (a meno che non siano disabili), e che sono quindi costretti a casa dalla chiusura delle scuole. Questi congedi saranno validi a partire dal 5 marzo, non potranno essere usati sia dalla madre che dal padre contemporaneamente.
Aiuti per i lavoratori e i commercianti
Per quanto riguarda i lavoratori, sarà prevista la Cassa integrazione per tutti. A tutti coloro che sono stati costretti a rimanere a casa a seguito delle disposizioni imposte dall’alto, lo stipendio verrà pagato dallo Stato. Tale provvedimento sarà garantito, tra l’altro, anche alle aziende che contano meno di 5 dipendenti. Inoltre, spetterà una copertura anche a tutti coloro che, per professione (che siano lavoratori agricoli, stagionali, autonomi, o a contratto a tempo determinato) non rientrano nella Cassa, che comunque verrà attivata fino a 9 settimane.
Ai dipendenti del settore privato, la quarantena (anche quella dovuta a misure precauzionali da contagio Covid-19) verrà considerata come periodo di malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento. Inoltre, sia in caso di dipendenti privati che dipendenti pubblici, verrà elargito un premio di 100 euro bonus per il mese di marzo 2020 a tutti coloro che abbiano continuato a lavorare nella propria sede di lavoro. Un premio che spetta, questo, a coloro che guadagnano non più di 40mila euro l’anno e sono esentasse.
Per il lavoratori autonomi a partita IVA (già attiva alla data del 23 febbraio 2020), invece, sarà riconosciuta una indennità una tantum di 500 euro, prevista per tutti i professionisti e collaboratori, per gli stagionali, i lavoratori del turismo e delle terme, dell’agricoltura e anche per i lavoratori dello spettacolo. Sospesi, allora, anche i versamenti tributari delle partite IVA che beneficiano della moratoria fiscale per l’emergenza coronavirus andranno effettuati, e che dovranno essere versati in un’unica soluzione (e senza interessi) entro il 31 maggio 2020.
Verrà poi attivato il “fondo per il reddito di ultima istanza” che permetterà di garantire un’indennità, sia ai lavoratori dipendenti che autonomi con partita IVA, che data l’emergenza coronavirus hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività lavorativa o i loro rapporti di lavoro, e che nel corso del 2019 hanno prodotto un reddito non superiore ai 10mila euro. Per sostenerli verrà istituito un fondo da 200 milioni, e sarà poi il ministero del Lavoro a definire i criteri di erogazione.
Per quanto riguarda le attività commerciali, e dunque negozi e botteghe, sarà inoltre previsto il credito d’imposta al 60% del canone di affitto di marzo, al fine di contenere tutti gli effetti negativi derivanti dalle prescrizioni atte al contenimento dei contagi da Covid-19.
Provvedimenti verranno poi presi in merito al Reddito di Cittadinanza, con una moratoria sugli obblighi e sui termini di attuazione dei programmi di politica attiva sul lavoro in questo periodo di emergenza coronavirus. Tale impossibilità di adempiere alle attività di politica attiva del lavoro, data la situazione che limita ogni qualsivoglia spostamento e contatto umano, riguarda anche coloro che percepiscono l’assegno di ricollocazione, la Naspi e la Discoll, così come anche i beneficiari di integrazioni salariali. Gli assegni, tuttavia, restano.
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Spinta al sistema sanitario: produzione mascherine
Infine, per quanto riguarda il rilancio del settore sanitario, la prima bozza di decreto prevede una forte spinta alla produzione di mascherine chirurgiche. Data la delicatezza della situazione, infatti, sarà consentito produrre mascherine chirurgiche in deroga alle vigenti norme, e tutte le aziende produttrici che intendono avvalersi della deroga devono inviare all’Iss autocertificazione sulle caratteristiche tecniche delle mascherine. Inoltre, verranno elargiti incentivi alle aziende che già si occupano della produzione dei prodotti in questione.
Infine, data l’urgenza e l’estremo bisogno di reperibilità dei prodotti, saranno consentite “sull’intero territorio nazionale, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, come misura di protezione individuale, l’uso di mascherine filtranti anche privi del marchio CE”.