L’ex premier approva anche la scelta del nuovo commissario Arcuri. “Non chiediamo soldi all’Europa, facciamo vedere quanto è bella l’Italia”, ha dichiarato Matteo Renzi a Il Foglio.
Nonostante siamo ancora nel bel mezzo del ciclone, si attende con ansia l’uscita dall’emergenza Coronavirus. E a parlarne è Matteo Renzi, in un’intervista per Il Foglio. Il leader di Italia Viva ha parlato sia del momento dell’Italia che, in particolare, della risposta da parte dell’Unione Europea. Nella serata di ieri sono arrivate rassicurazioni da parte del presidente Ursula von der Leyen alle richieste del nostro Paese. E in tal senso Matteo Renzi si augura che l’uscita dall’emergenza Coronavirus possa essere un punto di partenza importante per tutti.
“Se, come effetto collaterale positivo di questo maledetto coronavirus – ha dichiarato Renzi – , ci sarà la messa in discussione di un dogma più che decennale, quello del Patto di stabilità europeo, non possiamo che esserne contenti. Poi chiariamoci: i soldi non li chiediamo agli europei, li prendiamo dai nostri figli, dal debito. Ma se ce la giochiamo bene possiamo farcela. Le parole di Ursula von der Leyen sono uno straordinario segnale di novità, per l’Italia e per l’Unione intera. Anche perché non è più una questione italiana ma globale. Sfruttiamo al meglio quest’occasione“.
Matteo Renzi è consapevole che questo momento colpisce tutti. Dalle famiglie e le imprese che perdono denaro prezioso, a chi è abituato a una vita attiva. “Perché da un lato c’è l’angoscia per l’evolversi di questa pandemia, per gli amici e i conoscenti più fragili, per chi è devastato dalla paura di non arrivare alla fine del mese: penso che vinceremo la sfida sanitaria, ma la sfida economica sarà tosta. Dall’altro tiro fuori il positivo, sfruttando la possibilità di avere a disposizione tanto tempo libero da dedicare alla vita con la mia famiglia. E comunque vedere i nostri connazionali reagire con resilienza e tenacia, è bellissimo. E dà il senso di quanto sia grande e bella l’Italia“.
E poi si passa alla vita politica, che come dice lo stesso leader di Italia Viva non può essere chiusa in cantina. Anzi, proprio in questi giorni di difficoltà, Matteo Renzi invita le varie parti a mantenere un certo comportamento. “Proprio perché viviamo giorni delicati, bisogna essere rigorosi e attenti. Domenica scorsa proponemmo la sospensione delle attività della Borsa, inascoltati. Ora vedo che Matteo Salvini urla contro le speculazioni sui mercati, se la prende coi ritardi della Consob. E mi chiedo se non sia lo stesso Salvini che alla presidenza della Consob ha voluto Paolo Savona. Se nelle carceri italiane muoiono dodici detenuti, dodici uomini, possibile che chiedere un gesto di responsabilità al direttore del Dap sia lesa maestà? Ora, se la politica fosse una cosa seria, in questi giorni si sarebbero dimessi sia Savona sia Francesco Basentini“.
E poi si parla anche delle intenzioni dei suoi rivali. In primis Matteo Renzi risponde all’ipotesi di un governissimo, paventata da Matteo Salvini con Mario Draghi al suo fianco. “Pensiamo a uscire dall’emergenza. Siamo in emergenza e siamo tutti al fianco del governo e di Conte. Punto. L’unità nazionale è sacrosanta, serve, aiuta: ma non è ilgovernissimo. Quanto a Salvini, spero faccia chiarezza con se stesso: invoca con uguale perentorietà l’apertura e la chiusura di negozi e fabbriche, a giorni alterni. E’ difficile capire cosa pensi davvero. Quanto a Draghi: se lo paragoniamo a Christine Lagarde, autrice di quello che voglio sperare sia un semplice errore comunicativo, viene da dire che ci piace vincere facile. Ma del futuro di Draghi, meno si parla e meglio è“.
Matteo Renzi chiude l’argomento politico parlando della nomina di Domenico Arcuri. Il nuovo commissario per l’emergenza Coronavirus sembra attirare il plauso dell’ex premier. “Sono convinto che farà bene. Conosco Arcuri come persona risoluta, sempre sul pezzo. Saprà senz’altro accelerare le procedure d’acquisto dei macchinari sanitari necessari. Dico solo che la nostra proposta era un’altra: avevo suggerito a Conte di coinvolgere un commissario che sapesse coordinare tutta la macchina dell’emergenza mettendo in campo la sua esperienza pregressa in situazioni simili. Per questo avevo pensato a Guido Bertolaso. Uno, per capirci, capace di coordinare le regioni, gestire l’emergenza, non farsi anticipare i decreti dalle veline di palazzo“.
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