Arrivava nelle sale di tutto il mondo esattamente 20 anni fa il film Erin Brockovich – Forte come la verità, diretto da Steven Soderbergh. Tratto da una storia vera, ottenne 5 nomination ai Premi Oscar del 2001 tra cui quelli per il Miglior film e la Miglior Regia. Julia Roberts fu premiata come migliore attrice protagonista.
Erin Brockovich – Forte come la verità è uno dei film che ha decretato definitivamente il successo di Steven Soderbergh, ancora oggi uno dei registi più attivi e prolifici dell’industria cinematografica americana. Julia Roberts nel film interpreta Erin Brockovich, segretaria precaria di uno studio legale e madre trentenne di tre figli, libera dopo due divorzi, spinta da curiosità, intraprendenza e senso della giustizia, indaga sulla Pacific Gas and Electric Company, che ha contaminato le falde acquifere di Hinkley.
Soderbergh è infatti non solo il regista di Erin Brockovich, ma anche quello di Traffic, Unsane, The Informant e moltissimi altri film che hanno a che fare con questioni reali e di pressante attualità, che sanno benissimo da quale parte schierarsi e non fanno nulla per nascondere la propria posizione sugli argomenti trattati (anche il suo film più recente, Panama Papers, disponibile su Netflix, è un film che esplicita fin dall’inizio il suo contenuto politico). Eppure film che nelle mani di altri diverrebbero dei facili veicoli di indignazione, un modo per rassicurare chi guarda sulla bontà delle proprie convinzioni, grazie a Soderbergh diventano cinema nel senso più puro del termine. È quello che in gergo si chiama edutainment, ovvero cercare di spiegare qualcosa di complesso e di molto serio (un reato ambientale e le sue implicazioni, la crisi dei mutui subprime, come i ricchi evadono le tasse attraverso complicati schemi) tramite l’ironia, le battute e i sorrisi compiacenti delle star (fondamentale in questo genere di film, infatti, è la popolarità degli attori che li interpretano).
La stessa identica formula perfezionata da Erin Brockovic è stata ripresa recentemente dal film Cattive acque di Todd Haynes, con Mark Ruffalo nei panni di un avvocato che si trova ad indagare su di una multinazionale che prima difendeva (anche in quel caso colpevole di un disastro ambientale). Anche la storia di quel film è ovviamente nel segno di Erin Brockovich: è un tipo di cinema in cui i piccoli, singolarmente, possono distruggere le grandi corporazioni, quello che afferma che anche da soli si può essere in grado di raddrizzare un torto. Una revisione del grande mito dell’individualismo hollywoodiano: l’eroe solitario che si schiera con i deboli e caccia via i cattivi. Non ci sono pistole come nei western anni ’60, ma generalmente scartoffie da compilare e burocrazia da domare.
La vera Erin Brockovich appare nel film di Soderbergh nei panni di una cameriera di fast food. La spilla che indossa sulla divisa nella scena in questione riporta il nome Julia. Le due donne (Julia Roberta e Erin Brockovich) si scambiano così ironicamente i nomi per un momento. Il successo mondiale del film è testimoniato anche da una citazione contenuta ina scena de I Simpson – Il film. Durante una riunione cittadina sull’inquinamento del lago, Lisa, sapendo che nessuno l’avrebbe ascoltata, dice al pubblico che quella che stanno bevendo è l’acqua del lago, chiaro riferimento a quando, nel film, Erin dice agli avvocati rivali che l’acqua che stanno per bere è l’acqua contaminata di cui stanno parlando.
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