Il Ministro degli Interni australiano Peter Dutton ha annunciato questa mattina di essere risultato positivo al test del Coronavirus. La scorsa settimana si era recato all’ambasciata australiana a Washington.
Dall’Australia arrivano notizie allarmanti. Questa mattina il Ministro degli Interni Peter Dutton ha dichiarato di essere stato contagiato dal Coronavirus. Nei giorni scorsi aveva incontrato diversi politici nazionali e stranieri e aveva effettuati diversi viaggi di Stato fuori dai confini nazionali.
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“Stamani mi sono svegliato con febbre e mal di gola“, ha scritto sulla sua pagina Twitter il Ministro Peter Dutton, e poi ha concluso: “Ho subito avvertito il dipartimento della Salute del Queensland e sono stato sottoposto al test per il Covid-19 che è risultato positivo. Sto bene e vi terrò aggiornati“.
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La scorsa settimana il Ministro Dutton era stato negli Stati Uniti e aveva partecipato a un incontro all’ambasciata australiana di Washington, dove erano presenti il Ministro della Giustizia statunitense William Barr e la moglie del Presidente degli Stati Uniti Ivanka Trump.
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Al momento non si hanno notizie di ulteriori sviluppi per quanto riguarda il contagio e per quanto riguarda un isolamento preventivo per tutte le persone entrate in contatto con il Ministro Dutton.
La situazione in Australia
Al momento nel mondo ci sono quasi 130mila casi accertati di Coronavirus. I contagiati negli Stati Uniti sono circa 1600 e 41 sono i decessi avvenuti dall’inizio dell’epidemia.
In Australia, per adesso, la situazione è sotto controllo. I. casi di cittadini risultati positivi al test per il Coronavirus sono circa 60, le vittime sarebbero 2 e i guariti 21. I contagiati sono concentrati soprattutto nelle aree di Brisbane e Sydney.
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Tra le misure che l’Australia sta adottando per contenere la diffusione dell’epidemia ci sono diverse limitazioni per quanto riguarda viaggiatori e turisti. Per ora il governo australiano ha deciso di vietare l’ingresso a coloro che arrivano dalla Corea del Sud, dalla Cina e dall’Iran. Per i cittadini italiani al momento non c’è un vero e proprio divieto d’accesso ma l’obbligo di sottoporsi a uno screening avanzato per la rilevazione del virus.