Con un nuovo decreto, il governo austriaco ha deciso di chiudere 47 dei valichi che la collegano con l’Italia.
L’Austria ha ufficialmente annunciato che saranno chiusi i 47 valichi minori che la collegano con l’Italia. Resteranno invece aperti il confine con il Brennero, Prato alla Drava, passo Resia e Tarvisio. L’elenco è stato divulgato dal Ministro degli Interni Karl Nehammer, nel decreto pubblicato dalla Wiener Zeitung. A Tarvisio però, il confine resterà aperto solo a metà, nel senso che sarà possibile entrare in Austria soltanto dalle ore 6 alle ore 21. Chiudono anche Pramollo, passo Stalle e passo Rombo, anche se alcuni erano già fermi la consueta chiusura invernale. I restanti valichi, come ad esempio il passo dei Tauri, sono invece dei sentieri alpini.
Austria: una decisione in continuità con la chiusura delle frontiere con l’Italia
Questo nuovo annuncio del Ministro degli Interni austriaco, si pone in continuità con la linea politica intrapresa da un paio di giorni a questa parte. Già due giorni fa’, con un decreto firmato nella notte del 10 marzo, l’Austria aveva deciso di reintrodurre dogane e controlli alla frontiera con tutti i paesi confinanti all’interno dell’Unione Europea. Una misura che di fatto ha sospeso il trattato di Schengen firmato dal governo. Questo infatti, siglato nel 1985, prevede la libera circolazione dei cittadini europei all’interno dei paesi stati membri dell’UE. Inoltre, alcuni giorni fa’, l’ANSA riuscì a scoprire che la decisione di chiudere le frontiere con l’Italia non era stata concordata in alcun modo con il governo italiano. L’ambasciatore del nostro paese a Vienna, aveva infatti ricevuto una semplice notifica di una decisione che era già stata presa, senza che ci fossero margini di discussione con l’Italia.
Chiusura delle frontiere: le dichiarazioni di Francesco Boccia
Quella austriaca è una decisione che a suo tempo, molto prima che il governo si muovesse in tale direzione, era stata dileggiata dal Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, in quel momento già abbastanza irretito dai provvedimenti che i governi stranieri avevano preso contro gli italiani che si trovavano all’estero. Boccia dichiarò infatti che:“Le misure contro di noi sono irrazionali. Ci danneggiano e chi le attua deve sapere che presto potrebbe ritrovarsi nelle nostre stesse condizioni e si pentirà delle decisioni prese“.
Boccia lanciò anche una sorta di avvertimento alle altre nazioni. Nell’esprimere il suo dissenso infatti, affermò che se fosse stata l’Italia ad alzare i muri e a ripristinare le frontiere, le altre nazioni avrebbero affrontato conseguenze anche più gravi di quelle che si ritrova adesso a scontare il nostro paese a seguito della decisione dell’Austria.
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In quell’occasione il Ministro attaccò anche le altre nazioni europee sul fatto che “in Europa che in un mese hanno fatto metà dei tamponi che in Italia si fanno in un giorno. L’Unione Europea deve capire che se un virus è in Italia, è in Europa“.