Coronavirus: la strategia della Germania per combattere l’epidemia

Al momento, la Germania non sembra troppo spaventata dall’epidemia di coronavirus in quanto ritiene che la maggior parte della popolazione infetta finirà a un certo punto per immunizzarsi da sola.

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Al momento, le strategie adottate dai vari governi per fronteggiare l’emergenza coronavirus si sono dimostrate molto diverse tra loro. In Europa ad esempio, non essendoci mai stata una vera coesione per adottare politiche comuni di fronte a simili emergenze, ogni nazione ha preso le sue decisioni in quasi totale autonomia. D’altronde, nei giorni scorsi è arrivata la conferma che l’Austria ha deciso di chiudere le frontiere senza confrontarsi con l’Italia. Per il momento, a parte l’Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, hanno deciso di affrontare la situazione senza però prendere provvedimenti troppo rigidi. Sicuramente l’approccio adottato dal nostro paese è molto differente da quelle tedesco. 

Se infatti il Governo Conte ha deciso di rendere l’Italia interamente zona rossa per provare a contenere l’epidemia nel modo più sicuro possibile, la Germania non si è ancora decisa ad adottare misure così restrittive

In Germania sono convinti che le maggior parte delle persone affette da Covid-19, svilupperanno gli anticorpi necessari a superarlo

Sembra infatti che per il momento la Germania stia utilizzando una sorta di protocollo di guerra concentrando energie e risorse soltanto sui soggetti più vulnerabili al coronavirus. Berlino in questo momento crede fortemente nel fatto che l’epidemia diminuirà mano a mano che le persone svilupperanno gli anticorpi necessari. La strategia tedesca ha sicuramente senso, ma i rischi però restano altissimi. Se le previsioni tedesche sul diffondersi dell’epidemia nei vari Land, si dimostrassero errate, l’avanzata del virus metterebbe la Germania in una situazione davvero difficile.

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D’altronde, Jens Spahn, Ministro della Salute tedesco non è mai apparso particolarmente intimorito dall’epidemia che è in corso in Europa. A suo parere infatti, anche in caso di contagio, l’80 per cento delle persone infettate dal virus, riuscirebbe comunque a superare la malattia senza particolari ripercussioni. Il problema è che ormai questa pandemia riguarda tutta l’Europa e forse, considerato anche tutto quello che è successo in Cina, sperare semplicemente che la maggior parte delle persone guariranno da sole dal virus è un po’ troppo. 

Germania: l’opinione del direttore dell’Istituto di Virologia della Charitè

Christian Drosten, direttore dell’Istituto di Virologia della Charitè, nel corso di un’intervista rilasciata al giornale Berliner Zeitung ha dichiarato che esiste una forte probabilità che ad essere infettato sia almeno il 60 per cento della popolazione, anche se non è possibile stabilire in quale arco di tempo questo possa accadere. Questa teoria sembra tra l’altro essere condivisa sia dal Ministro della Salute che dalla cancelliera Angela Merkel. Sembrerebbe infatti che durante una riunione interna al suo gruppo parlamentare, la Merkel abbia pronunciato un discorso molto simile a quello di Drosten.

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Spahn ha in ogni caso dichiarato che l’obiettivo della Germania è quello di cercare di mantenere il sistema sanitario in condizioni stabili e al contempo tentare di abbassare la curva del contagio.

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Ma in realtà i due obiettivi tendono a divergere tra di loro. Continua invece a non arrivare nessuna direttiva chiara dal Regno Unito, ad eccezione dello sport inglese che sembra ormai sul punto di fermarsi seguendo la scia di quello italiano e spagnolo.

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