Sono tanti: cinquanta solo nella provincia di Bergamo. Tre sono morti. Oltre ai drammi personali, c’è anche il problema dell’efficacia dell’assistenza sanitaria.
Cinquanta medici infetti, soltanto nella provincia di Bergamo. Uno di questi è morto nei giorni scorsi: insieme con gli altri due decessi di camici bianchi in Lombardia e Veneto portano a tre le vittime fra i sanitari che si stanno opponendo al coronavirus. A renderlo noto è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, nella lettera inviata al premier Conte per chiedere la sospensione dell’accesso libero dei pazienti agli ambulatori per contenere i contagi. Un atteggiamento del genere mette a rischio l’efficacia dell’assistenza.
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Una situazione che si fa sempre più difficile, in Lombardia. L’esempio di Bergamo è calzante. “Vorremmo far rilevare – si legge nella lettera del presidente dell’Ordine – che in molte zone il numero dei medici infettati sta diventando significativo. In Lombardia vi sarebbero centinaia di professionisti della salute contagiati e nel bergamasco il numero dei medici infettati ha superato le 50 unità. Tale grave situazione non può che compromettere l’efficacia dell’assistenza sanitaria, resa ancora più drammatica dalla carenza di medici”.
L’Assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera,
aggiunge Anelli, “ha affermato, una settimana fa, che il 12% dei
contagiati erano operatori sanitari. La stessa Fnomceo ha pagato un tributo altissimo, con la perdita di Roberto Stella,
Responsabile Area Formazione. Cosa stiamo aspettando? Di questo passo non solo non ci saranno abbastanza medici per assistere tutti, ma gli stessi sanitari diventeranno, loro malgrado,
veicolo d’infezione. Sono necessarie nuove misure che
regolamentino l’attività dei medici negli ambulatori, per la
tutela della salute dei professionisti e di tutta la
popolazione”.
Quindi, prosegue Anelli nella lettera, “la richiesta che ci
appare, oggi, ineludibile, è consentire ai professionisti di
cautelare innanzitutto se stessi per continuare a costituire una risorsa per il Paese oggi più che mai indispensabile. Lo sforzo che ci attendiamo come professione dal nostro Governo è contare su dispositivi di protezione da consegnare ai nostri medici per proteggere loro stessi e gli altri. Depauperare una forza
professionale in questo momento al limite delle umane
possibilità è un rischio che non ci possiamo permettere”.
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Che l’allarme dell’ Ordine sia attuale ed urgente non c’è dubbio: sono infatti 691 gli operatori sanitari positivi al Coronavirus in Lombardia. Il dato, fornito dalla Regione, è aggiornato con gli ultimi numeri forniti ieri sera, e riguarda medici, infermieri e tecnici. Il maggiore sindacato dei medici ospedalieri italiani Anaao Assomed indica che in Lombardia il personale contagiato è pari al 12% del totale dei malati di Covid-19 nella regione.
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