Manuel Manno scarcerato. Incriminato per la bomba di Pioltello, va ora ai domiciliari.
Manuel Manno, uno degli imputati condannati per la bomba di Pioltello, è stato scarcerato. Andrà agli arresti domiciliari. Si tratta di uno dei protagonisti del processo che vide al centro una bomba esplosa nell’ottobre 2017 a Pioltello, nel milanese. Il reato avvenne davanti la casa di un operaio ecuadoriano, con il quale Manno aveva un conto in sospeso: un prestito a tassi d’usura non restituito. La terza Corte d’Appello di Milano accoglie ora l’istanza del difensore di Manuel, Amedeo Rizza. Già lo scorso novembre la sentenza di secondo grado aveva previsto una riduzione di pena. La condanna di Manuel Manno era passata da 6 anni e 4 mesi a 4 anni e 8 mesi.
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La Procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado. Tuttavia la terza sezione penale della Corte d’Appello milanese ha confermato solo le pene di altri quattro imputati. Le motivazioni della Corte sarebbero state che Manuel Manno mise in pericolo non tanto la vittima di usura, già fuggita in Ecuador, “ma tutti gli inquilini del palazzo”. Secondo i giudici, lo scopo dei Manno era stato “dimostrare l’autorità e il potere della loro famiglia sul territorio e l’esigenza della stessa di venire rispettata”. Questa era la finalità principale, prima ancora di “ottenere la restituzione della somma prestata al debitore”.
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Fondamentale, per Manuel Manno, è stata l’attenuante del risarcimento: a quanto pare aveva versato 5mile euro alla vittima di usura e dell’attentato estorsivo (crimini aggravati dalla componente mafiosa). Anche il cugino Roberto Manno si è visto una riduzione della pena: da 9 anni e mezzo a 7 anni e mezzo. Anche a Roberto Manno è giunto in soccorso un pagamento. Il figlio del presunto boss ‘ndranghetista Francesco Manno aveva già ottenuto in appello le attenuanti generiche. Stando a quanto riportato dai giudici: “Si è impegnato per iscritto a versare 300 euro mensili alle persone offese per 10 anni”.