Italia chiusa ma l’ecatombe avanza 188 morti e 2214 contagiati solo oggi

Il day after del nuovo decreto di Conte. I sacrifici, le incomprensioni, le buone notizie, quelle meno buone. Le speranze di una cura che forse attenuerà la mortalità da coronavirus.

E’ entrato in vigore oggi, e dovrebbe durare fino al 25 marzo, il decreto con cui il governo ha operato una nuova stretta sull’Italia per battere il coronavirus. Chiusura di ulteriori attività e servizi non essenziali: stop a bar, pub e ristoranti; Su chi resta attivo ci sono state sorprese, come i negozi di telefonia. Restano attivi anche idraulici, meccanici, benzinai, tabaccai ed edicole. I trasporti continuano a funzionare. Industrie e fabbriche lavorarano ma devono garantire i criteri di sicurezza. Devono restare chiusi i reparti aziendali non indispensabili. Le fabbriche e le aziende continueranno in base a precisi accordi delle Regioni con i sindacati. Non si può rischiare di mettere a rischio le due filiere che per nessuna ragione devono entrare in sofferenza: quella agroalimentare e quella sanitaria. Si potrà uscire di casa solo per motivi di lavoro, di salute o di necessità. Non c’è un esplicito divieto di passeggiate nel decreto, ma resta l’invito a non uscire se non per comprovati motivi di necessità. Servirà questo nuovo giro di vite?

I dati di oggi

Sono 1.258 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 213 in più di ieri. Sono 12.839 i malati di coronavirus in Italia, 2.249 in più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 15.113. Superata la soglia dei mille il numero dei decessi: 1016, 188 solo oggi.

Dei 12.839 malati complessivi, 6.650 sono ricoverati con sintomi e 5.036 sono quelli in isolamento domiciliare.

Borrelli ha poi invitato gli italiani a donare sangue: “si registra una contrazione delle donazioni – ha spiegato – ma resta fondamentale e viene fatta in assoluta sicurezza, previa prenotazione”. E poi la questione dei senza tetto che ovviamente non possono ‘restare a casa’: Abbiamo già trattato questo argomento e oggi ne abbiamo parlato con la regione Lazio, abbiamo chiesto alla regione e ai comuni di adoperarsi per trovare strutture e sistemazioni a chi vive per strada” – le parole del Capo della Protezione Civile.

Leggi anche -> Coronavirus, domani la videoconferenza tra Conte, sindacati e industriali

E ci sono nuove restrizioni che la regione Lombardia chiederà al governo, e tra queste la chiusura dei mercati. Il presidente della Regione Lombadia, Attilio Fontana ha dichiarato: “Oltre agli uffici pubblici e privati, ad esempio, volevamo chiudere le attività artigianali ad eccezione di quelle al servizio delle unità produttive di pubblica utilità. Sulla questione dei mercati sia su strada che al coperto, l’indicazione che avevamo dato ieri al governo era di chiudere. Anche con l’accordo dei sindaci, oggi lo segnaleremo ancora nell’incontro quotidiano con il governo”. 

coronavirus bilancio
(Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Gestione cookie