Con l’ultimo decreto firmato dal governo Conte in merito alle prescrizioni atte a contenere quanto più possibile l’emergenza coronavirus in Italia, gli italiani dovranno passare un periodo di quarantena fino almeno al 3 aprile: ma gli adolescenti, purtroppo, non sembrano rispettare queste misure.
Quanto emerso è frutto di una indagine online avviata ed effettuata da Laboratorio Adolescenza, associazione senza fini di lucro che ha come obiettivo quello di promuovere e diffondere lo studio e la ricerca sugli adolescenti, sotto il profilo sociale, psicologico e medico.
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Un progetto, questo, molto interessante, soprattutto perché, come afferma Maurizio Tucci (il Presidente di Laboratorio Adolescenza) “siamo di fronte ad un’emergenza che non ha precedenti recenti in Italia, con il rischio che l’emergenza sanitaria possa trasformarsi anche in emergenza sociale. E a fare le spese maggiori dell’emergenza sociale rischiano di essere proprio gli adolescenti per i quali la socialità è l’essenza della vita”.
Secondo quindi quanto diffuso dal portale ufficiale, l’inchiesta ha contato e superato già attraverso le 2500 risposte, grazie sia alla collaborazione degli stessi ragazzi intervistati, che dei loro insegnanti.
Coronavirus e adolescenti: meno della metà dei ragazzi rispetta le misure
Secondo quanto è emerso dall’analisi dei risultati, l’86% dei ragazzi intervistati sarebbe assolutamente d’accordo con le indicazioni date dal Governo e dal Ministero della Salute, circa i comportamenti prudenti da rispettare in questo periodo così delicato. Sarebbe allora il 47% degli adolescenti a rispettare rigorosamente tutte le prescrizioni, e soltanto meno del 3% afferma di rispettarle raramente o addirittura mai.
Secondo il 44,7% dei campioni interpellati, le abitudini e lo stile di vita sta cambiando molto in questo periodo di quarantena, mentre per il 41% il corso della giornata è cambiato soltanto in maniera parziale rispetto alla normalità. A soffrire della mancanza o riduzione delle relazioni sociali, con amici soprattutto, sarebbe però soltanto il 23%, poiché il 68,2% degli intervistati ha dichiarato di compensare il vedersi meno e la distanza attraverso un uso più assiduo dei social network.
Un terzo degli adolescenti non è preoccupato della pandemia
Il 50% degli adolescenti intervistati si è definito come abbastanza preoccupato per l’emergenza coronavirus che sta attanagliando l’Italia. Il 14% del campione, invece, ha dichiarato di essere molto preoccupato, mentre il 35% poco o per nulla. Tra l’altro, il 52% dei ragazzi ritiene che siano in realtà i genitori ad essere mediamente più preoccupati di loro; al contrario, il 44% sostiene che il livello di preoccupazione genitori-figli sia invece pressoché uguale.
Entrando invece nel discorso di quanta e che tipo di informazione viene data in merito alla pandemia da Covid-19 (e questo sia per ciò che concerne i giornali che la TV), il 43% degli interpellati ha dichiarato che la mole di notizie che riceviamo quotidianamente sia corretta ed adeguata. Soltanto il 36,6% segnala un diffondersi di notizie troppo allarmistiche, e soltanto il 20,2% trova le informazioni dei media realizzate appositamente per non far spaventare la popolazione.
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I ragazzi considerano la situazione troppo allarmistica
Sono però gli intervistati maschi a ritenere maggiormente come il flusso continuo di informazioni che viene rilasciato quotidianamente in merito agli aggiornamenti sul contagio sia di stampo eccessivamente allarmistico. Per ciò che concerne il mondo dei social, invece, il 71,6% degli intervistati concorda nel dire che l’informazione che trapela su questi mezzi è sempre troppo imprecisa, tanto da risultare difficile valutarne la veridicità. Un 10% dei campioni, invece, ritiene addirittura che l’informazione fatta tramite social sia prevalentemente falsa o non affidabile.